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  • Madre nostra arriva su Amazon

    Madre nostra arriva su Amazon

    23 Novembre 2020

    Foto di scena
    Foto di scena

    “Madre nostra” del pugliese Lorenzo Scaraggi è tra le novità di Amazon su Prime Video, il servizio on demand incluso nell’abbonamento Amazon Prime. Il documentario del giornalista-viaggiatore tra le nuove proposte per l’Italia e l’Inghilterra. GUARDA IL DOCUMENTARIO>>

    Il documentario del giornalista-viaggiatore Lorenzo Scaraggi a bordo del suo camper Vostok100k – prodotto da Fondazione CON IL SUD e Apulia Film Commission attraverso il Social Film Fund Con il Sud – da questo mese potrà essere visto sulla piattaforma Amazon non solo in Italia, ma anche in tutti i paesi anglofoni con sottotitoli. Guarda il documentario qui >>

    “Madre nostra” è un reportage on the road, un documentario di 52 minuti che rivela storie e testimonianze di riscatto sociale. Un racconto delle risorse delle campagne pugliesi fra orti sociali, terre confiscate alla mafia e comunità agricole. Scaraggi a bordo del suo camper Vostok100k del 1982 fa tappa al “Trullo sociale” di San Michele Salentino (Brindisi), dalla cooperativa “Semi di vita” a Bari, e poi ancora a Cerignola da “Pietra di scarto” e a “Spazio Esse” a Loseto (Bari). Tutte le tappe sono legate da un unico filo conduttore: l’agricoltura come via per la redenzione in una terra – quella pugliese – troppo spesso al centro dell’attenzione per piaghe come la xylella e il caporalato.

    Il documentario, uscito ad ottobre del 2019, ha raccolto numerosi riconoscimenti: ha convinto la giuria dell’Italian Film Festival Cardiff (IFFC) che gli ha assegnato un prestigioso secondo posto nella sezione #CanfodPrize dedicata ai documentari; è stato premiato a Diritti a Orvieto – Human Rights International Film Festival e al Caorle Film Festival dove ha ricevuto una menzione speciale con la motivazione “Miglior messaggio di speranza”. È inoltre vincitore del premio “Miglior poster” al Kosice International Monthly Film Festival, in Slovacchia ed è stato inserito nelle selezioni ufficiali di decine di festival in tutto il mondo. 

    IL DOCUMENTARIO. “Madre nostra” è un viaggio di ritorno alle nostre radici. Dalla riscoperta di un’arte antica, quella di lavorare la terra, può nascere anche quella di se stessi. Così Scaraggi non si limita a puntare l’obiettivo sulle realtà che visita, ma le vive per settimane arrivando all’essenza del lavoro di redenzione sociale.

    A San Michele Salentino (Brindisi), prima tappa del viaggio on the road sul Vostok100k, Scaraggi scopre come la coltivazione di zafferano in un uliveto sia funzionale non solo alla biodiversità, ma soprattutto ad attività sociali con bambini, adulti e disabili, quella che il proprietario de “Il Trullo sociale” Fabrizio Guglielmi chiama “tribù agricola”, in cui ognuno si aiuta e tutti godono dei frutti della terra.

    Nelle campagne di Valenzano (Bari), invece, l’agricoltura ha una doppia valenza: la liberazione dalla mafia e la riscoperta di una vita meno frenetica e più dedita al prossimo. Angelo Santoro della cooperativa agricola “Semi di vita”, protagonista nel documentario di Scaraggi, è un ex venditore di mobili passato da fare 400 chilometri al giorno “per portare il pane a casa” a gestire 26 ettari di terreno confiscati alla criminalità organizzata. Una grande sfida per una cooperativa che già gestisce a Japigia, quartiere periferico a Sud di Bari, un orto sociale bio, e per una persona, Santoro, che fra mille difficoltà sente il peso della responsabilità verso la comunità per cui si è messo al servizio. Ma anche una grande soddisfazione nel vedere come pian piano la gente del posto stia aderendo a questa comunità.

    Per la terza tappa il Vostok100k arriva nelle campagne di Cerignola. Qui il lavoro nei campi del “Laboratorio di legalità Francesco Marcone” libera l’uomo dalle sbarre di una prigione e dagli errori del passato. In questo terreno confiscato alla mafia, la cooperativa “Pietra di scarto” guidata da Pietro Fragasso affida a Giuseppe Mennuni – un passato ai margini della società, oggi vicepresidente della cooperativa e “direttore” in pectore delle attività – l’accoglienza e la formazione dei nuovi ospiti. Qui si fa promozione della giustizia sociale ed economica attraverso il commercio equo e solidale, l’antimafia sociale, l’agricoltura sostenibile, l’educazione alla legalità e al consumo critico. E dal lavoro delle “pietre di scarto”, le persone ai margini della società che nessuno vuole, nasce la commercializzazione equa e solidale di olive e pomodori.

    Ultima tappa del viaggio di Scaraggi è la cooperativa sociale “Spazio Esse” di Loseto, una comunità terapeutica alle porte di Bari. Qui l’agricoltura serve soprattutto a liberarsi dalla tossicodipendenza. E proprio qui lavora Alfonso, di Scampia (Napoli), che grazie alla terra ha ritrovato redenzione da un passato di droga e rapine. Con lui altre trenta persone, accompagnate “come figli” dal direttore della comunità Mario Consales. “Mio nonno  mi diceva sempre che come semini così raccogli – spiega Alfonso nel documentario, cogliendo appieno il parallelismo fra agricoltura e vita -. Per me questa è la vera libertà, svegliarmi con le mani sporche e la coscienza pulita”.

    Il potere della terra, qui in Puglia, è anche quello di dare una seconda possibilità. Una possibilità molto terrena, che al termine del viaggio fa capire a Scaraggi, in una sorta di “preghiera anarchica”, che “se Padre nostro è nei cieli, qui in terra c’è Madre nostra”.

    VERSIONE IN INGLESE E IN LIS. “Madre nostra” è stato condotto, diretto e montato da Lorenzo Scaraggi. Ha una versione in LIS e una sottotitolata in inglese. L’opera è realizzata con risorse del “Patto per la Puglia FSC 2014-2020 – Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali” e cofinanziata da Fondazione CON IL SUD a Apulia Film Commission.

    L’AUTORE. Lorenzo Scaraggi, 43 anni di Bitonto (Bari), è un giornalista, fotografo e videomaker, ma prima ancora un viaggiatore alla ricerca di storie da raccontare. Laureato in Lettere a Bari, ha affrontato poco più che ventenne i primi viaggi da fotoreporter free lance in Medio Oriente, documentando le guerre in Iraq e nella Striscia di Gaza. Autore di reportage nella Ex Jugoslavia e in Cina, ha collaborato con “La Repubblica” raccontando storie di provincia in mini documentari e insegnato Digitalizzazione dei beni culturali immateriali in un corso di alta formazione presso l’Università di Bari. Nel 2016, alle soglie dei 40 anni, ha acquistato un camper del 1982 e raccolto 7.500 euro di donazioni dai 5mila follower della pagina Facebook (di allora, oggi sono oltre 20mila) per realizzare il suo progetto: girare l’Europa per raccontare storie; il camper è stato ribattezzato Vostok100k, ispirandosi alla navicella di Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio. In quattro mesi a bordo della sua redazione mobile, Scaraggi ha visitato 23 Stati percorrendo oltre 20mila chilometri: ne sono nati 20 documentari pubblicati su Repubblica.it.

    I VIAGGI. Fra i vari viaggi degli ultimi anni, 5mila chilometri in camper per scoprire gli itinerari culturali del Sud Italia, 10mila chilometri per arrivare da Bari a Capo Nord, altrettanti per arrivare in Cappadocia, 2.500 per il periplo della Sicilia, oltre a itinerari a piedi, in auto e in autostop fra Malta, Marocco e Grecia. Nel 2018 ha percorso 7mila chilometri di coste italiane in 70 giorni, sulle orme de “La lunga strada di sabbia” di Pier Paolo Pasolini, realizzando 200 video e raccontando i suoi incontri a Radio2 Summer Club, programma condotto da Mauro Casciari sulle Frequenze di Radio Rai 2. L’ultimo viaggio realizzato con il suo Vostok100k è quello nelle campagne pugliesi da cui è nato “Madre nostra”. I lavori di Scaraggi sono documentati sui portali www.vostok100k.com, www.lorenzoscaraggi.it e sui social network Facebook (@vostok100k 20mila follower), Instagram (@vostok100k 23mila follower) e YouTube (https://www.youtube.com/user/Vostok100k).

  • Le proposte natalizie dei progetti

    Le proposte natalizie dei progetti

    23 Novembre 2020

    Foto di monicore da Pixabay
    Foto di monicore da Pixabay

    Quest’anno il Natale ha sicuramente un sapore diverso. L’emergenza sanitaria ha purtroppo trasformato anche questo momento di gioia e festa, tradizionalmente dedicato alle famiglie e allo stare insieme.

    I progetti sostenuti dalla Fondazione hanno però continuato a lavorare per proporre delle idee originali che possano ricordarci in qualche modo che, nonostante le regole e le restrizioni che è fondamentale seguire con serietà e il fatto che sarà purtroppo un Natale differente da quelli a cui siamo abituati, è pur sempre festa!

    Prodotti buoni, “giusti” e, ancor più quest’anno, simbolo di resilienza! In un momento così difficile anche per le organizzazioni di terzo settore, la scelta di acquistarli può essere un aiuto fondamentale per proseguire nelle tante attività a fianco delle persone più fragili.

    Cibo, capi di abbigliamento, accessori e altre idee…..ecco di seguito le proposte natalizie!

    La Cooperativa Sociale Altereco, impegnata nel progetto “Il fresco profumo della libertà”,  propone il pacco “Sapori di Giustizia”. Confettura di uva, succo di melagrana, confettura di ciliegie, passata di pomodoro biologico, melanzane e zucchine grigliate sott’olio, paté di cime di rapa. Due tipologie di “pacco” trra cui scegliere, per dare al Natale un gusto diverso, un sapore di legalità, di giustizia, di antimafia sociale. Perché sono tutti prodotti realizzati sui terreni di “Terra Aut”sui beni confiscati a Giuseppe Mastrangelo, uno dei boss più influenti della criminalità organizzata cerignolana (provincia di Foggia) – con il coinvolgimento di persone in difficoltà. Per info e prenotazioni coop.altereco@yahoo.it – 340.2437226.

    Nadia, Noemi e Renata sono invece i nomi delle “Piccole Ceste Combattenti”, per ricordare alcune donne vittime di violenza. Tre possibili cofanetti tra cui scegliere, con cestino – realizzato con tessuto di riciclo dalle donne del Carcere Pagliarelli di Palermo nell’ambito delle iniziative della Sartoria Sociale –  e prodotti biologici dolci e salati preparati dalle Cuoche Combattenti, un progetto di imprenditoria sociale che ha come obiettivo l’emancipazione economica delle donne vittime di violenza di genere. E’ possibile acquistarle su questo sito: https://sartoriasociale.com/ceste-combattenti/

    Tra le proposte della Sartoria Sociale c’è anche il Calendario 2021, accompagnato dallo slogan “Il Bene Comune siamo noi” e dedicato ai valori positivi e a chi che li promuove per consegnarci una società più bella, gioiosa e inclusiva. Ogni mese è dedicato a una parola densa di significato, e rappresentato da una persona che è riuscita a trasferire il senso di quella parola nel suo impegno quotidiano.

    “Cerignola, terra di banditi!”: da questo luogo comune nasce la provocazione della cooperativa sociale Pietra di Scarto, impegnata nel progetto “Ciascuno cresce solo se sognato”. Per questo Natale ha preparato infatti il “Pacco dei banditi”, giocando sul doppio significato della parola “bandito”, che vuol dire “criminale, ladro”, ma anche “messo al bando, lasciato ai margini, ghettizzato”. Nel pacco troverete Olive Bella di Cerignola DOP, Patè, Pomodori Semi-dry e Datterini al naturale coltivati da persone in difficoltà su un bene confiscato a Cerignola (Fg). E’ possibile acquistarlo su questo sito https://www.pietradiscarto.it/il-pacco-dei-banditi/

    Torna anche quest’anno il tradizionale Pacco alla camorra: un pacco-dono di prodotti agroalimentari realizzati sui beni confiscati alla camorra, attraverso l’inserimento lavorativo di persone in condizione di difficoltà. E’ il racconto di una crescita civile del territorio, fondata sulla creazione di economia sociale come antidoto all’economia criminale e speculativa. Questa edizione – oltre ai prodotti alimentari come pasta, olio, vino, panettoni, torroni – si arricchisce delle storie de “il Commissario Mascherpa”, protagonista di una serie a fumetti pubblicata sulle pagine di Poliziamoderna, mensile ufficiale della Polizia di Stato. Il Pacco alla Camorra è promosso dal consorzio N.C.O. Nuova Cooperazione Organizzata, in collaborazione con il comitato don Peppe Diana, Libera Associazioni nomi e numeri contro le mafie e Cittadinanzattiva. Per info e acquisti www.ncocommercio.com.

    Gioosto , lo store online multibrand nato grazie al progetto “Next Social Commerce”, ha tantissime proposte, con una sezione dedicata proprio ai regali solidali per Natale ma anche la possibilità di acquistare gift card. Troverete davvero di tutto: prodotti di agricoltura sociale e bio, moda etica, biocosmesi e molto altro.  Il tutto realizzato da produttori accomunati da ambiziosi e innovativi progetti sociali e ambientali. Ecco il sito https://www.gioosto.com/

    Shopper, penne, calendari, borracce, capi di abbigliamento e mascherine: questa la proposta natalizia della cooperativa sociale Litografi Vesuviani, impegnata nel progetto “Mai più dentro”. Sulla pagina Facebook è possibile vedere le proposte. Per info info@litografivesuviani.com081.476555

    E anche quest’anno torna “Volìo”! Le olive raccolte sui terreni di Chieuti (Fg) si sono trasformate nell’olio extravergine d’oliva dal gusto dell’inclusione sociale e lavorativa, nell’ambito del progetto “Hopeificio”. L’iniziativa ha l’obiettivo di rafforzare l’offerta di servizi rivolti a persone con disabilità psichica e contrastare lo stigma nei confronti di quanti affetti da questa forma di disagio.
    Chi è interessato all’acquisto dell’olio “Volío” può contattare il 334.9412407 o scrivere una mail a ordini@reteoltre.it.

    Le proposte di “Cotti in fragranza” – il laboratorio di prodotti da forno nel carcere minorile di Malaspina a Palermo sostenuto con il progetto “Svolta all’Albergheria” – sono “duci”, dolci! Box di frollini agli agrumi, snack alle erbe aromatiche, panettoni, dolci tipici siciliani: ce n’è per tutti i gusti! Per fare il vostro ordine visitate il sito https://cottiinfragranza.com/

    “Buoni e belli” è la proposta del progetto “Utilità Marginale”. In un unico pacco-dono i prodotti di agricoltura sociale e i manufatti artistici realizzati dagli artisti del “laboratorio creativo Div.ergo”, esperienza vincitrice del premio per l’innovazione nell’economia sociale “Angelo Ferro”, edizione 2020. Sott’oli, prodotti da forno, farine, insieme a coppe in porcellana decorate a mano: è possibile scegliere tra diverse soluzioni. I cesti sono disponibili sul sito shop.divergo.org. Entrambi i progetti, promossi dalla Fondazione Div.ergo-ONLUS, consentono l’inclusione sociale, culturale e lavorativa di giovani e adulti con disabilità intellettiva.

  • La luce dentro sui canali TV della Camera dei Deputati

    La luce dentro sui canali TV della Camera dei Deputati

    19 Novembre 2020

    Mario Battista e i suoi due figli in una scena del documentario La luce dentro
    Mario Battista e i suoi due figli in una scena del documentario La luce dentro

    Il 20 novembre 2020, in occasione della Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la Camera dei deputati, attraverso i suoi canali TV, manderà in onda “La luce dentro“, il documentario per la regia di Luciano Toriello, prodotto da Apulia Film Commission e Fondazione CON IL SUD.

    “La luce dentro” affronta il delicato tema della genitorialità vissuta dietro le sbarre, proponendosi come una delicata riflessione intorno alle esigenze affettive ed educative dei bambini figli di padri detenuti, nonché del desiderio di riscatto e cambiamento di questi ultimi. Il film sarà in programmazione sul canale satellitare Sky 524 della Camera dei deputati e sulla web tv della Camera dei deputati dal 20 al 22 novembre. Di seguito il programma con gli orari:

    Il film di Luciano Toriello è uno dei dieci titoli prodotti da Fondazione CON IL SUD e Apulia Film Commission nell’ambito del Social Film Fund Con il Sud, il bando che unisce il mondo del cinema e quello del Terzo settore per proporre un racconto del Sud Italia attraverso i fenomeni sociali che lo caratterizzano.

    Girato – tra l’altro – tra le mura della Casa Circondariale di Lucera, “La luce dentro” è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Lavori in Corso e con Paidòs ONLUS, preziose realtà del Terzo Settore attive sul territorio di Lucera e della Provincia di Foggia, ogni giorno al fianco dei detenuti e delle loro famiglie.

    La luce dentro è stato proiettato in anteprima assoluta lo scorso 20 febbraio proprio alla Camera dei Deputati a Roma, all’interno della nuova aula del Palazzo dei gruppi parlamentari, alla presenza di alcuni deputati, della Presidente dell’Apulia Film Commission Simonetta Dellomonaco e del Presidente della Fondazione CON IL SUD Carlo Borgomeo e dei protagonisti del film, in particolare Mario Battista, che ha voluto ringraziare i promotori dell’iniziativa e le persone presenti in sala con una lettera: una riflessione quantomai autentica sull’essere genitore in carcere, che è possibile rileggere su Con_magazine.it.

    Il video della presentazione è disponibile sul canale Youtube della Fondazione CON IL SUD al seguente link, di seguito invece il trailer del film

  • Povertà educativa e Covid: la percezione degli italiani

    Povertà educativa e Covid: la percezione degli italiani

    18 Novembre 2020

    Foto del progetto "Costruttori di futuro" - contest #mimancalascuola
    Foto del progetto “Costruttori di futuro” – contest #mimancalascuola

    A pagare il prezzo degli effetti a lungo termine dell’emergenza Coronavirus saranno i più piccoli: ne sono convinti oggi i due terzi degli italiani. Con le limitazioni imposte dall’urgenza sanitaria di contenere la pandemia e con la sospensione traumatica della continuità scolastica, gli spazi fisici e prospettici, ma anche le risorse materiali e immateriali intorno ai minori si sono drasticamente ridotte: molto alto si profila il costo sociale ed evolutivo imposto ai minori dal Covid-19. Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine condotta dall’Istituto Demopolis, per l’impresa sociale Con i Bambini, società senza scopo di lucro nata per attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile in Italia.

    Rivedi la presentazione del report con Carlo Borgomeo, Presidente di Con i Bambini; Stefano Buffagni, Presidente del Comitato di Indirizzo Strategico del Fondo; Francesco Profumo, Presidente di Acri; Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore.

    “La pandemia ha aggravato ancora di più le disuguaglianze nel nostro Paese – ha spiegato Francesco Profumo presidente di Acri – Su tutte, quella innescata dalla povertà educativa minorile, che condanna i nostri concittadini più giovani sin dai primi anni della loro vita. Se un ragazzo o una ragazza era a rischio di abbandono scolastico prima della pandemia, lo è ancora di più oggi, con la chiusura delle scuole e soprattutto delle attività extra-scolastiche. Negare l’accesso all’educazione significa negare in futuro il diritto a una vita dignitosa. Di questo gli italiani sono consapevoli, come dimostra l’indagine di Demopolis: due terzi degli intervistati sono convinti che a pagare gli effetti a lungo termine dell’emergenza saranno proprio i più piccoli. Per questo, il lavoro del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile è ancora più cruciale oggi di quanto lo sia mai stato e per questo è fondamentale promuovere la continuità degli interventi ritenuti più promettenti e offrire evidenze e indicazioni utili per progettare ampie politiche strutturali permanenti di contrasto della povertà educativa”

    In vista della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre, la ricerca focalizza l’impatto sui più giovani della crisi pandemica ed analizza le percezioni dell’opinione pubblica sul più ampio tema della povertà educativa minorile, individuando un’urgenza confermata in tutti gli snodi dell’indagine: è proprio questo il momento in cui restituire rilevanza sociale e centralità ai più piccoli, come risorsa della comunità intera. Oggi, pensando ai bambini e agli adolescenti in Italia le preoccupazioni dichiarate dai cittadini rivelano lo sguardo “adulto” dell’opinione pubblica sulle dinamiche minorili: il 73% cita lo scarso apprendimento scolastico, preoccupazione cresciuta significativamente (+20 punti) rispetto alla precedente rilevazione dello scorso anno, anche in ragione della prolungata chiusura delle scuole. Il 69% stigmatizza la dipendenza da smartphone e tablet, dispositivi che hanno vissuto processi di ulteriore “sdoganamento”, fino ad essere a disposizione anche dei bambini più piccoli, con l’affermazione della didattica a distanza.

    Quasi i due terzi degli italiani, intervistati da Demopolis per Con i Bambini, citano il rischio di isolamento e di riduzione della vita sociale a causa del Covid. Considerando – in termini generali – le principali apprensioni relative ai minori, meno della metà del campione focalizza l’impatto più fragoroso e già misurabile dell’epidemia da Coronavirus: le crescenti disuguaglianze e la marginalizzazione (49%), nonché la riduzione degli stimoli nella crescita, a seguito dell’emergenza Covid (47%).

    A causa dell’emergenza sanitaria gli italiani segnalano il peso crescente delle disuguaglianze fra i minori: il 72% ritiene che siano aumentate nell’ultimo anno, mentre solo un quinto non individua variazioni rispetto al 2019. Con il Covid, nella percezione dei cittadini, alcuni problemi sono emersi o si sono aggravati a carico dei più piccoli: in prima istanza, 6 cittadini su 10 citano le conseguenze dell’incremento della povertà materiale in molte famiglie, ma anche l’esclusione dei più fragili (poveri, disabili, figli di genitori stranieri). La maggioranza assoluta cita anche la regressione degli apprendimenti e del metodo di studio (55%) e le disuguaglianze nell’accesso a dispositivi informatici ed a connessioni adeguate (53%). Di contro, poco meno della metà individua la problematicità di una delle conseguenze della didattica a distanza: l’eccesso di digitalizzazione dei minori, che trascorrono troppo tempo su smartphone e dispositivi assimilabili (48%). Più di 4 su 10 mettono in evidenza i rischi di isolamento dalla vita sociale o di abbandono scolastico dei minori. È infine del 36% la percentuale degli italiani che, fra i problemi a carico dei più piccoli, emersi o aggravati dalla pandemia, segnala la riduzione degli stimoli esterni alla scuola

    QUANTO PESA LA SCUOLA

    Gli italiani restano convinti che le opportunità dell’istruzione non siano oggi garantite equamente per tutti nel nostro Paese: per il 65% lo sono, ma con livelli di qualità differenti, e con forti divari, anche in seno ai medesimi contesti regionali e urbani. Il 23% dichiara che siano garantiti solo per alcuni. Appena il 9% crede che la scuola italiana garantisca oggi opportunità equamente per tutti. E l’emergenza da Covid-19 è stata un’aggravante pesantissima sulle dinamiche di una scuola disuguale. È minoritaria, del 43%, la quota di intervistati che plaude a quanto è riuscita a fare la scuola, nella primavera scorsa, in pieno lockdown, per garantire parità di accesso a tutti gli studenti con la modalità a distanza, in lezioni, contatti con gli insegnanti, dimensioni di apprendimento. Ma il 49% è di parere opposto. Del resto, gli italiani hanno scoperto le asperità della didattica a distanza (DAD), anche nei casi in cui non fossero direttamente interessati: il 54% ha sentito, nel proprio contesto familiare o relazionale, di bambini o ragazzi che hanno trovato difficoltà a seguire la DAD nei mesi della primavera pandemica e, nuovamente, in questi giorni di seconda ondata. Quasi 8 genitori su 10 hanno avuto esperienza diretta di DAD, che – nelle testimonianze degli intervistati – è stata vissuta dai figli utilizzando in prevalenza tablet e pc (77%). Ma in una dimensione non residuale di casi (20%) i ragazzi hanno seguito le lezioni e svolto la didattica attraverso un comune smartphone. La mancanza di dispositivi informatici adeguati e di connessioni idonee si è rivelata un problema nel 14% dei casi, dato che cresce al 22% nel Sud e nelle Isole. Ma nell’esperienza degli intervistati, le difficoltà di bambini e ragazzi nel seguire la didattica a distanza sono state, in prevalenza, d’altra natura: principale problema, indicato dal 45%, la scarsa capacità di attenzione nell’apprendimento a distanza, realizzato integralmente nell’ambiente casalingo.

    “I dati dell’indagine da una parte ci confortano sull’attenzione che gli italiani pongono al tema della povertà educativa e soprattutto sulla percezione che sia un fenomeno che deve interessare tutti, non solo la scuola e non solo la famiglia, ma l’intera comunità educante – ha sottolineato Carlo Borgomeo, presidente di Con i Bambini – Dall’altra, l’indagine fa emergere anche nella percezione e nel vissuto di genitori, famiglie, associazioni che questa emergenza di fatto sta aumentando una serie di divari già esistenti, sia sociali che territoriali come dimostrano i dati sul Sud”.
    In questi mesi di pandemia, un vastissimo orizzonte di opportunità, occasioni di crescita, dimensioni relazionali e di apprendimento è stato precluso ai minori. I genitori testimoniano i servizi che più sono mancati ai figli, e che – presumibilmente – continueranno a lungo a mancare. Sette su 10 citano le attività ludiche e ricreative, quella dimensione fertilissima del gioco compromessa dalle apprensioni per la necessaria sicurezza sanitaria. Il 65% ricorda la rinuncia a palestre, centri sportivi ed all’attività motoria necessaria nelle fasi di crescita. Inoltre, il 42% dei genitori intervistati ricorda quanto sia mancata ai figli la partecipazione a laboratori e ad altre attività educative extrascolastiche.

    “Una delle questioni più gravi che riguardano bambini e ragazzi di oggi è la mancanza di pari opportunità di accesso ai servizi, e sappiamo come questa emergenza non ha fatto che accrescere alcune povertà e diseguaglianze – ha spiegato Claudia Fiaschi portavoce del Forum del Terzo Settore – Il Terzo settore prova a dare risposte concrete mettendo in campo una grande innovazione sociale, perché nessuno resti indietro. E lo fa sia attraverso l’utilizzo di nuovi spazi, tempi, materiali ed esperienze, ma anche ponendo una forte attenzione ai mutati scenari rispetto ai bisogni sociali, immaginando soluzioni che prevedano la collaborazione tra contesti educativi formali e informali, l’utilizzo delle tecnologie per nuove forme di prossimità, investimenti per l’inclusione sociale e digitale delle famiglie più fragili.”

    LA POVERTÀ EDUCATIVA MINORILE

    L’Italia del Covid si confronta più marcatamente – suo malgrado – con i fenomeni della povertà educativa minorile. Secondo i dati dell’indagine Demopolis per Con i Bambini, il 53% degli italiani dichiara di averne sentito parlare, con un dato cresciuto di 10 punti nell’ultimo anno; un ulteriore segmento, pari al 26% degli intervistati, ammette di non sapere effettivamente di che cosa si tratti, pur avendone sentito parlare. Nel definire il fenomeno, con una consapevolezza in crescita rispetto ai dati rilevati nel novembre 2019, il 73% degli intervistati identifica la povertà educativa come una questione di limitato accesso ad opportunità di crescita; il 64% cita il rendimento scolastico ed i bassi livelli di apprendimento. Il 17% la povertà materiale.

    La consapevolezza dell’opinione pubblica sull’importanza del tema cresce e si afferma. La diffusione della povertà educativa è un fenomeno grave per il 91% degli italiani: molto per il 45%; abbastanza grave per il 46%. “Con le limitazioni imposte dall’urgenza sanitaria e con la sospensione traumatica della continuità scolastica – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – si profila molto alto il costo sociale ed evolutivo imposto ai minori dal Covid-19. A pagare il prezzo degli effetti a lungo termine dell’emergenza Coronavirus saranno i più piccoli: ne sono convinti oggi i due terzi degli italiani. Tra gli effetti del Covid, i cittadini segnalano il peso crescente delle disuguaglianze fra i minori nel nostro Paese: il 72% ritiene che siano ulteriormente aumentate nell’ultimo anno. Serve oggi un’alleanza “con i bambini” per contrastare i danni generazionali della pandemia”.

    Il 90% degli italiani ritiene oggi importanti, per lo sviluppo del Paese, le azioni di contrasto alla povertà educativa minorile: il dato, corposissimo in seno al complesso dell’opinione pubblica, si dimostra ancora più marcato nei target speciali oggetto di analisi: cresce, infatti, al 92% fra gli insegnanti ed al 98% fra i rappresentanti del Terzo Settore. Del resto, come confermano i dati della ricerca, l’emergenza Covid-19 ha estremizzato una fragilità come la povertà educativa, ancora da sanare nel Paese. Per il 53% degli intervistati l’azione di contrasto alla povertà educativa è oggi più importante rispetto ad un anno fa.

    “L’indagine dimostra chiaramente come l’emergenza Covid non sia esclusivamente sanitaria, ma riguardi tutta la sfera delle vite delle persone – conclude Stefano Buffagni presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo e viceministro al Mise – La povertà educativa minorile viene percepita dagli italiani come una problematica su cui è necessario intervenire, perché le disuguaglianze aumentano e le difficoltà delle famiglie si moltiplicano. L’impegno del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile rinnova il suo impegno, oggi più di prima”.

    In questa situazione di emergenza pandemica, per sostenere bambini e ragazzi in Italia, servirebbe innanzi tutto rimuovere gli ostacoli per l’accesso alla didattica a distanza (63%), ma anche un rinnovato impegno degli insegnanti (59%). Il 46% ricorda l’urgenza di intervenire anche rispetto alla povertà materiale delle famiglie. Sebbene più circoscritte, indicazioni preziosissime giungono da un segmento superiore ad un quarto della popolazione. Sostegno, anche a distanza, da parte di educatori ed una maggiore attenzione alle esigenze dei ragazzi, anche nell’informazione e sui media, sono interventi richiesti da 1 intervistato su 3. Il 30% ricorda inoltre come serva l’impegno di tutti per restituire importanza ai diritti di ragazzi e bambini ed il 26% sollecita un accesso esteso alle attività extrascolastiche.

    Del resto, se interrogati sul tema, gli italiani concordano sull’urgenza di compensare i danni della scuola in parte chiusa attraverso attività ed esperienze non curriculari. Il 39% sostiene che, rispetto ad un anno fa, con l’emergenza Covid- 19 e la chiusura prolungata delle scuole, gli stimoli extra scolastici nella crescita dei minori siano oggi più importanti, dato che raggiunge il 49% fra i genitori di figli minorenni, e si impenna al 72% fra i rappresentanti del Terzo Settore. La scuola è chiamata alla sfida di andare oltre i fondamentali dell’insegnamentoMa non può avere l’esclusiva in tema di sviluppo delle nuove generazioni. Secondo l’indagine dell’Istituto Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini, realizzata nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, oggi appena il 28% degli intervistati concorda sull’assunto che la scuola sia l’unica istituzione deputata alla crescita dei ragazzi. Per il 67% degli italiani la responsabilità dei minori è di tutta la comunità, dato che si attestava al 49% nella rilevazione dello scorso anno. Il giudizio sull’attività di Con i Bambini impegnata nell’attuazione dei programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è positivo per il 67%.

    Scarica il report sintetico>

  • Gli italiani e la povertà educativa minorile nell’era covid

    Gli italiani e la povertà educativa minorile nell’era covid – Fondazioneconilsud.it

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    Gli italiani e la povertà educativa minorile nell’era covid

    16 Novembre 2020

    Foto del progetto "Costruttori di futuro" - contest #mimancalascuola
    Foto del progetto “Costruttori di futuro” – contest #mimancalascuola

    In vista della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il 18 novembre alle ore 15.30 si terrà la presentazione dell’indagine “Gli italiani e la povertà educativa minorile nell’era Covid: vissuti, percezioni, bisogni emergenti dell’opinione pubblica”. La ricerca, realizzata dall’Istituto Demopolis, è stata promossa dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

    I risultati dell’indagine saranno presentati dal direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento. Ne discuteranno Carlo Borgomeo, Presidente di Con i Bambini; Stefano Buffagni, Presidente del Comitato di Indirizzo Strategico del Fondo; Francesco Profumo, Presidente di Acri; Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore.

    Sarà possibile seguire la presentazione in diretta streaming su www.conibambini.org.

    Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. In quattro anni sono stati sostenuti 355 progetti in tutta Italia con oltre 280 milioni di euro, coinvolgendo direttamente più di 6.600 organizzazioni tra Terzo settore, scuole, enti pubblici e privati e interessando quasi mezzo milioni di bambini e ragazzi in difficoltà.

    • C.F. 97442750580
    • © fondazioneconilsud.it

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  • South Working. Si può fare

    South Working. Si può fare

    12 Novembre 2020

    SOUTH WORKING – Lavorare dal Sud
    SI PUÒ FARE

    Presentato il progetto che, grazie al sostegno e alla collaborazione della Fondazione CON IL SUD, entra nella fase operativa, con l’avvio della campagna di adesioni e della rete di sostegno ai lavoratori. Avviato anche un Osservatorio sul tema: anticipati alcuni dati di un’indagine di South Working che farà parte del Rapporto Svimez 2020 e che sarà diffusa nella sua interezza nei prossimi giorni da Svimez e Fondazione .

    L’Associazione “South Working – Lavorare dal SUD” è impegnata nello studio dello smart working localizzato in una sede diversa da quella del datore di lavoro, in particolare dal Sud Italia e dalle aree interne, valutandone i pro e contro per formulare delle proposte di policy in questo campo finalizzate alla riduzione del divario economico, sociale e territoriale nel Paese. South Working ha creato un movimento di opinione sul tema, dando un nome al fenomeno e creando una rete fra tutti i soggetti interessati: lavoratori, aziende ed enti pubblici. Sta classificando gli spazi per il lavoro agile presenti sul territorio italiano come coworking, bar attrezzati, biblioteche, o librerie, per permettere ai South Worker di lavorare da un luogo adeguato e di socialità. Oltre alla diffusione del movimento di opinione, South Working ha attivato un Osservatorio sul tema, attraverso l’organizzazione e la partecipazione a incontri e ricerche. Il Rapporto Svimez 2020, per esempio, includerà un Focus su South Working, attraverso il quale si è voluto comprendere quali siano le caratteristiche della platea dei potenziali interessati al progetto. Si tratta di un sondaggio esplorativo e anonimo, diffuso a mezzo stampa e tramite sito web e canali social abitualmente utilizzati da South Working. Il quadro completo sarà presentato nei prossimi giorni. Di seguito, alcune anticipazioni emerse nel corso dell’evento di presentazione dell’iniziativa.

    In totale, al sondaggio rivolto ai lavoratori hanno partecipato 1.860 persone nel periodo dal 17/06/2020 al 28/09/2020.

    L’IDENTIKIT DEI “SOUTH WORKERS”
    Gli intervistati sono relativamente giovani, quasi l’80% ha un’età compresa tra i 25 e i 39 anni. In merito al genere, il campione è formato dal 53,5% di maschi, il 46,3% di femmine e dallo 0,2% di altro genere. Il 52,7% di intervistati in possesso di una laurea magistrale, il 15% è in possesso di un master di II livello e un 7,2% di un dottorato di ricerca.
    Gli ambiti lavorativi di cui si occupano gli intervistati sono primariamente legati al mondo del settore terziario, in particolare: ingegneria (22,6%), economia (15,9%), giurisprudenza (7,6%) e settore bancario (7,6%). Si registra un dato di elevata istruzione.
    Tra i lavoratori, i datori di lavoro sono per la maggior parte privati (80,4%) e i contratti a tempo indeterminato (70,5%).

    INSODDISFAZIONE
    Un dato di interesse è l’alto numero di intervistati che hanno risposto che non vivono nella regione in cui vorrebbero vivere adesso (58,1%), tra 5 anni (60,5%) o tra 10 anni (63,2%) .
    Appaiono basse o molto basse, specie se si considerano la giovane età media e gli elevati titoli di studio, le percentuali di chi ha risposto di essere “molto” soddisfatto delle attuali situazioni in particolare per qualità della vita (10,6%) e felicità (8,5%).

    ASPIRAZIONI
    Ben l’85,3% degli intervistati ha sostenuto che andrebbe a vivere al Sud se potesse mantenere il suo posto di lavoro e lavorare a distanza .

    SALARIO
    In relazione al tema dei salari, molto controverso e da studiare ancora approfonditamente, il 25,7% degli intervistati sostiene che sarebbe disposto a rinunciare a una percentuale del 20% dello stipendio attuale in cambio della possibilità di lavorare a distanza dal Sud, con un ulteriore 38,2% che accetterebbe di rinunciare a una percentuale dello stipendio non superiore al 10%.

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    Nata lo scorso luglio dalla collaborazione di un gruppo di giovani professionisti, manager, accademici, per lo più provenienti dalle regioni del Sud e accomunati dall’essere stati costretti ad abbandonare i luoghi di origine e gli affetti per poter seguire le proprie ambizioni professionali, l’associazione “South Working – Lavorare dal Sud” conta già 7.500 persone iscritte sulla pagina Facebook, con un pubblico raggiunto di più di 30.000 persone ogni mese; circa 2.400 si sono iscritte alla comunità peer-to-peer su Facebook per la condivisione di esperienze.

    “Al netto degli indubbi vantaggi per i lavoratori interessati, South Working rappresenta, dal nostro punto di vista una straordinaria opportunità per lo sviluppo del nostro Sud”, ha sottolineato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD. “Da sempre sosteniamo che lo sviluppo del Mezzogiorno ha una precondizione irrinunciabile: un forte capitale sociale. Il rientro al Sud di giovani talenti, con le loro competenze e la voglia di disegnare il proprio futuro in quei territori, costituisce una formidabile leva di sviluppo. Per questo motivo la Fondazione CON IL SUD ha deciso di accompagnare e sostenere questa esperienza: pensiamo che una soluzione imposta dall’emergenza, possa diventare una modalità strutturale di lavoro a distanza. E possa in un futuro diventare un elemento di attrazione anche per giovani talenti non meridionali”.

    “Fin da subito, il progetto ha catalizzato una forte attenzione” ha affermato Elena Militello, presidente e fondatrice dell’Associazione. “Credo sia il segnale di una necessità diffusa e della convinzione condivisa che poter lavorare da dove si desidera, in particolare dalle regioni del Sud e dalle aree interne, possa aiutare i lavoratori ma anche i territori. Lo dimostra nostra la rete di volontari, che ogni giorno diventa più capillare. Il sostegno della Fondazione CON IL SUD, che ringraziamo per la fiducia, ci permetterà di strutturarci come associazione, di poter assumere delle risorse e, allo stesso tempo di creare una piattaforma online che possa mettere in rete i lavoratori dalle loro sedi di destinazione. Siamo in tanti. Il prossimo passo sarà ‘contarci’. È questo il senso della campagna di adesioni e sostegno rivolta ai lavoratori già South Worker, a coloro che sono interessati a diventarlo e a chiunque desideri sostenere il movimento, con l’attivazione di un contatore sul sito web southworking.org”.

    Per ulteriori informazioni è possibile inviare un’e-mail, consultare il sito web dell’Associazione oppure seguirne le pagine sui principali social network:
    ● E-mail: info@southworking.org
    ● Sito Web: www.southworking.org
    ● Telefono: +39 3806321705
    ● Canali social:

    https://www.facebook.com/southworkinghttps://www.instagram.com/south_working/. ➔ https://www.linkedin.com/company/68235378/

  • SOUTH WORKING – Lavorare dal Sud: SI PUÒ FARE

    SOUTH WORKING – Lavorare dal Sud: SI PUÒ FARE

    9 Novembre 2020

    Parte del team di South Working - Lavorare dal Sud
Da sinistra verso destra: Ruben Dublo, Mario Mirabile, Antonio Campanile, Martina Derito, Elena Ciprietti, Alessandro Kandiah, Paolo Piacenti ed Elena Militello.
    Parte del team di South Working – Lavorare dal Sud
    Da sinistra verso destra: Ruben Dublo, Mario Mirabile, Antonio Campanile, Martina Derito, Elena Ciprietti, Alessandro Kandiah, Paolo Piacenti ed Elena Militello.

    Grazie al contributo e alla collaborazione della Fondazione CON IL SUD, il progetto entra nella fase operativa. Parte la campagna di adesioni e la rete di sostegno ai lavoratori già “South Worker” o desiderosi di diventarlo.

    Giovedì 12 novembre ore 18.00

    Presentazione ufficiale con i dettagli e le novità dell’iniziativa

    Diretta Facebook sulla pagina di Fondazione CON IL SUD

    Prende il via la partnership tra “South Working – Lavorare dal SUD” e la Fondazione CON IL SUD. Grazie al sostegno della Fondazione, il progetto entra nella fase operativa. L’Associazione è impegnata nello studio dello smart working localizzato in una sede diversa da quella del datore di lavoro, in particolare dal Sud Italia, valutandone i pro e contro per formulare delle proposte di policy in questo campo finalizzate alla riduzione del divario economico, sociale e territoriale nel Paese. South Working ha creato un movimento di opinione sul tema, dando un nome al fenomeno e creando una rete fra tutti i soggetti interessati: lavoratori, aziende ed enti pubblici. Sta classificando gli spazi per il lavoro agile presenti sul territorio italiano come coworking, bar attrezzati, biblioteche, o librerie, per permettere ai South Worker di lavorare da un luogo adeguato e di socialità.

    Le novità e i dettagli operativi verranno illustrati il 12 novembre, alle ore 18:00, in diretta Facebook sulla pagina della Fondazione CON IL SUD. Nell’occasione verrà avviata la campagna di adesioni e presentato il progetto della piattaforma che metterà in rete i “South Worker” e i lavoratori desiderosi di diventarlo.

    All’incontro interverranno: 

    Elena Militello, Presidente e fondatrice di South Working – Lavorare dal Sud

    Mario Mirabile, Vicepresidente e co-fondatore di South Working – Lavorare dal Sud

    Domenico De Masi, Professore emerito di Sociologia del lavoro, Università “La Sapienza” di Roma

    Giorgio Righetti, Direttore generale di ACRI

    Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione CON IL SUD

    Nata lo scorso luglio dalla collaborazione di un gruppo di giovani professionisti, manager, accademici, per lo più provenienti dalle regioni del Sud e accomunati dall’essere stati costretti ad abbandonare i luoghi di origine e gli affetti per poter seguire le proprie ambizioni professionali, l’associazione “South Working – Lavorare dal Sud” conta già 7.300 persone iscritte sulla pagina Facebook, con un pubblico di circa 30.000 persone ogni mese; circa 2.400 si sono iscritte alla comunità peer-to-peer su Facebook per la condivisione di esperienze; circa 2.000 hanno già risposto a un questionario esplorativo per i lavoratori dal quale è emerso che l’80% ha tra i 25 e i 40 anni, possiede elevati titoli di studio, principalmente nei settori di Ingegneria, Economia e Giurisprudenza, e ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato nel 63% dei casi.

    “Al netto degli indubbi vantaggi per i lavoratori interessati, South Working rappresenta, dal nostro punto di vista una straordinaria opportunità per lo sviluppo del nostro Sud – sottolinea Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD. Da sempre sosteniamo che lo sviluppo del mezzogiorno ha una precondizione irrinunciabile: un forte capitale sociale. Il rientro al Sud di giovani talenti, con le loro competenze e la voglia di disegnare il proprio futuro in quei territori, costituisce una formidabile leva di sviluppo. Per questo motivo la Fondazione CON IL SUD ha deciso di accompagnare e sostenere questa esperienza: pensiamo che una soluzione imposta dall’emergenza, possa diventare una modalità strutturale di lavoro a distanza. E possa in un futuro diventare un elemento di attrazione anche per giovani talenti non meridionali.

    “Fin da subito, il progetto ha catalizzato una forte attenzione – osserva Elena Militello, presidente e fondatrice dell’Associazione -. Credo sia il segnale di una necessità diffusa e della convinzione condivisa che poter lavorare da dove si desidera, in particolare dalle regioni del Sud e dalle aree interne, possa aiutare i lavoratori ma anche i territori. Lo dimostra nostra la rete di volontari, che ogni giorno diventa più capillare. Il sostegno della Fondazione CON IL SUD, che ringraziamo per la fiducia, ci permetterà di strutturarci come associazione, di poter assumere delle risorse e, allo stesso tempo di creare una piattaforma online che possa mettere in rete i lavoratori dalle loro sedi di destinazione. Siamo in tanti. Il prossimo passo sarà ‘contarci’. È questo il senso della campagna di adesioni e sostegno rivolta ai lavoratori già South Worker, a coloro che sono interessati a diventarlo e a chiunque desideri sostenere il movimento, con l’attivazione di un contatore sul sito web southworking.org

    Oltre alla diffusione del movimento di opinione, South Working ha attivato un Osservatorio sul tema, attraverso l’organizzazione e la partecipazione a incontri e ricerche. Il Rapporto SVIMEZ 2020, per esempio, includerà un Focus dedicato al South Working. L’associazione ha inoltre lanciato una mappatura dei coworking esistenti in Italia, intesi come presidi di comunità.

    La diretta sarà trasmessa su www.facebook.com/fondazioneconilsud

    Per ulteriori informazioni sul progetto “South Working – Lavorare dal Sud” è possibile inviare un’e-mail all’indirizzo info@southworking.org, consultare il sito web dell’Associazione oppure seguirne le pagine su Facebook, Instagram e LinkedIn.

  • Vita a Sud: l’innovazione sociale raccontata dal Mezzogiorno

    Vita a Sud: l’innovazione sociale raccontata dal Mezzogiorno

    5 Novembre 2020

    Vita apre una redazione diffusa nel Mezzogiorno. Un progetto editoriale nato dal basso, sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD. Lunedì 9 novembre alle ore 15:30, la presentazione pubblica in diretta sulla pagina Facebook di Vita con la partecipazione del Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano e del presidente di Fondazione CON IL SUD, Carlo Borgomeo.

    Un nuovo progetto editoriale di Vita, promosso insieme a Consorzio Sale della Terra di Benevento e Lecce, Cooperativa sociale Dedalus di Napoli, Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani. Il progetto nasce con il sostegno della Fondazione CON IL SUD, per la quale la comunicazione non è strumentale rispetto all’attuazione della sua missione, ma ne è parte integrante.

    L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è cambiare di segno il racconto sul meridione partendo dal sociale, alimentando una narrazione che superi i luoghi comuni. Il Sud rimane costantemente confinato in una condizione di subalternità o di eroismo che non rendono merito a quello che realmente, in alcune aree, il tessuto sociale specie negli ultimi anni è riuscito a generare. Una vitalità che merita di trovare riscontro anche sul piano mediatico e quindi nel dibattito civile e politico del Paese sia a livello centrale, sia a livello locale. Sempre più spesso è proprio a Sud che nascono le esperienze sociali più innovative.

    Nel suo editoriale, il presidente Carlo Borgomeo ha sottolineato come al Sud “la presenza e l’iniziativa del Terzo settore sempre più vanno assumendo le caratteristiche di un vero e proprio processo di cambiamento: segnalano che il rafforzamento delle comunità, sui territori, è l’unica strada per innescare processi di sviluppo sostenibili e, quindi, non effimeri, come quelli spesso ‘provocati’ da politiche pubbliche esclusivamente attente a logiche quantitative. Questo processo, che non è certamente facile e che spesso ha un’evoluzione troppo lenta, va sostenuto da una forte e intelligente attività di comunicazione”.

    La questione più rilevante, rispetto alla comunicazione relativa al sociale, non è tanto l’aspetto quantitativo, ma l’approccio utilizzato. Spesso si celebra un mondo di buoni con storie bellissime, personaggi eccezionali, risultati inaspettati. Un approccio comunque positivo, che può generare anche comportamenti emulativi, aumentare il numero di filantropi e di donatori. “Il limite, però, è quello di ‘separare’ nella comunicazione il mondo del sociale dalle altre questioni di solito ritenute più importanti ed urgenti – sottolinea Borgomeo – di confermare nella pubblica opinione che le esperienze che porta avanti il Terzo settore possono avere al massimo un carattere di contenimento delle diseguaglianze e di supplenza alle carenze del sistema pubblico, ma non possono orientare le politiche, suggerire modelli, indicare nuove priorità”.

    L’iniziativa verrà presentata lunedì 9 novembre in diretta sulla pagina Facebook di Vita. Di seguito il programma:

    Presentazione Vita a Sud - Programma

  • 19 programmi di volontariato per far rinascere le aree interne del Sud Italia

    19 programmi di volontariato per far rinascere le aree interne del Sud Italia

    8 Ottobre 2020

    Le iniziative, sostenute con oltre 3,3 milioni di euro, permetteranno l’avvio di nuove attività e il rafforzamento di quelle già esistenti nei territori lontani dai servizi essenziali. Coinvolti oltre 100 comuni e 200 organizzazioni di volontariato. Saranno attivati più di 2.600 “nuovi” volontari”.

    C’è chi avvierà percorsi di formazione per giovani che lavoreranno come organizzatori di eventi e chi realizzerà in un bene confiscato un centro di servizi socio-educativi e assistenziali per giovani, neet (ragazzi e giovani tra 15 e i 29 anni che non hanno un’occupazione, né sono inseriti in un percorso di istruzione o formazione) e anziani; chi offrirà a persone sottoposte a misure alternative al carcere la possibilità di frequentare laboratori professionalizzanti. E poi c’è chi si occuperà di ripartire dai beni comuni (riqualificando piazze o realizzando parchi giochi con materiali di riciclo, itinerari e proposte turistiche dedicate anche ai disabili), ma anche di offrire servizi come un taxi sociale per chi non è autosufficiente ma deve spostarsi per svolgere le attività quotidiane o come la distribuzione di beni di prima necessità.

    Sono solo alcune delle 19 iniziative che saranno finanziate dalla Fondazione CON IL SUD attraverso il Bando Volontariato, promosso con l’obiettivo di rafforzare il ruolo delle “reti locali” di volontariato per contrastare fenomeni di esclusione sociale nelle aree interne del Sud Italia, ovvero nei comuni che, a causa della distanza dai servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità), hanno subìto un graduale processo di isolamento, riduzione demografica e calo dell’occupazione.

    I progetti, che saranno finanziati complessivamente con oltre 3,3 milioni di euro (una media di 175 mila euro a iniziativa), coinvolgeranno 107 comuni delle aree interne in tutte le regioni del Sud: 7 iniziative saranno avviate in Sicilia (province di Catania, Trapani, Messina, Caltanissetta, Agrigento, Palermo), 4 in Calabria (province di Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone), 3 in Puglia (province di Taranto, Bari e Lecce), 3 in Campania (province di Avellino e Salerno), 1 in Basilicata (provincia di Potenza) e Sardegna (provincia del Sud Sardegna).

    I progetti coinvolgono nelle partnership oltre 200 organizzazioni (tra associazioni, fondazioni, università, scuole, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, società profit, enti pubblici) e prevedono di “attivare” 2.600 nuovi volontari, rivolgendosi a 25.000 persone: soprattutto minori, ma anche anziani, disabili, immigrati, detenuti, e giovani neet .

    Se circa il 50% dei comuni italiani è definito ‘area interna’ (4.185 comuni su un totale di 8.092), questa percentuale raggiunge il 70% nel Mezzogiorno (1.472 comuni su 2.116), con la Basilicata al primo posto (96%), seguita da Sardegna (84,4%), Calabria (79%) e Sicilia (74%). Tassi più bassi, e più in linea con la media nazionale, si registrano in Puglia (54%) e Campania (49%).

    “Grazie all’impegno costante del volontariato, tanti borghi del nostro Sud che rischiano di spopolarsi e “scomparire” possono avere a disposizione nuovi servizi essenziali, o vedere rafforzati quelli esistenti”. – Ha dichiarato Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione CON IL SUD. “Sono realtà spesso molto piccole, dove sempre di più i giovani ma anche gli anziani non hanno a disposizione i servizi basilari per potersi istruire, potersi spostare, poter crescere, potersi curare o semplicemente poter “vivere” la propria comunità. La scuola, i mezzi di trasporto, i servizi sanitari, la possibilità di usufruire dei beni comuni sono diritti: è indispensabile superare il meccanismo distorto per cui si trasformano in privilegio di pochi. In questo cambiamento tante organizzazioni e tanti volontari hanno un ruolo importantissimo che, soprattutto in alcuni contesti, è davvero fondamentale”.

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    Scarica le schede dei progetti sostenuti

  • Dall’istruzione di qualità alla “educazione di qualità”

    Venerdì 9 ottobre dalle 10.00 alle 11.30, nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile promosso da AsvisCon i Bambini organizza l’incontro online

    IMPARARE CON I BAMBINI
    Dall’istruzione di qualità alla “educazione di qualità”. L’importanza della comunità educante

    Intervengono:

    Enrico Giovannini, Portavoce Asvis; Marco Rossi-Doria, Vicepresidente Con i Bambini; Giovanna Dessì, Associazione Casa Emmaus per il progetto “I giardini possibili” ; Massimo Marino, Presidente ATS Sacro Cuore per il progetto “RiGenerAzioni” . Conclude Stefano Buffagni, Viceministro allo Sviluppo economico e Presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per il contrasto della povertà educativa minori. Modera Sara De Carli, giornalista Vita.

    Dal 2016, Con i Bambini seleziona progetti che offrono opportunità di crescita a centinaia di bambini e ragazzi in tutta Italia. Quasi mezzo milione di minori raggiunti con oltre 350 iniziative sostenute grazie al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che si pongono l’obiettivo di fare luce sul futuro dei più piccoli, migliorando l’offerta educativa attraverso percorsi che coinvolgono l’intera “comunità educante” nella crescita e formazione di ogni individuo.

    Partendo da queste buone prassi e con la consapevolezza delle evoluzioni imposte dall’emergenza sanitaria oltre che dalle criticità strutturali, l’incontro sarà un’occasione per riflettere sulla necessità di un passaggio da un’istruzione di qualità, dimensione prettamente scolastica, ad un’educazione di qualità, che non si esaurisce con la scuola ma include tutta la comunità educante: organizzazioni di terzo settore, enti pubblici e privati, famiglie, gli stessi ragazzi.

    La povertà educativa minorile interessa ancora troppi bambini e ragazzi nel Paese. È un fenomeno multidimensionale, frutto del contesto economico, sanitario, familiare e abitativo, della disponibilità o meno di spazi accessibili, dell’assenza di servizi di cura e tutela dell’infanzia: non è solo legata alle cattive condizioni economiche, ma è povertà di relazioni, isolamento, cattiva alimentazione e scarsa cura della salute, carenza di servizi, di opportunità educative e di apprendimento non formale. La povertà educativa investe anche la dimensione emotiva e quelle della socialità e della capacità di relazionarsi con il mondo. La povertà educativa minorile incide, di fatto, sul futuro del Paese e riguarda dunque anche la dimensione più generale dello sviluppo.

    Ecco perché è necessario porre attenzione al tema della povertà educativa, mettere al centro il minore e promuovere il valore della comunità educante. In questa fase di ripartenza, è auspicabile bilanciare l’attenzione dall’hardware (banchi e spazi, per esempio) al software che serve affinché nessun bambino rimanga indietro, e dunque alle persone, alle relazioni e alle opportunità necessarie. Il titolo “Imparare con i bambini”, che rimanda ad un concetto di circolarità del processo di apprendimento, è anche un invito a volgere lo sguardo sull’attuale situazione sociale.

    L’incontro sarà trasmesso in streaming sul sito di Con i Bambini www.conibambini.org

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