Scadenza Bando Socio Sanitario – Fondazioneconilsud.it
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Scadenza Bando Socio Sanitario
27 Agosto 2020
C’è tempo fino al 28 agosto, ore 13 per partecipare al Bando Socio-Sanitario con cui la Fondazione CON IL SUD mette a disposizione 4,5 milioni di euro per l’accesso alle cure di persone in condizione di povertà sanitaria e per sperimentare tterapie contro le “new addictions” (gioco d’azzardo patologico, shopping compulsivo, dipendenza da internet, social network, videogiochi, ecc). Il Bando è rivolto al Terzo settore e agli enti pubblici socio-sanitari del Sud Italia. Vai al bando.
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Non uno di meno: bando di Con i Bambini e Regione Lazio
5 Agosto 2020
Pubblicato dalla Regione Lazio e dall’impresa sociale Con i Bambini “Non uno di meno”, un avviso pubblico da 1 milione di euro per il contrasto alla povertà educativa minorile. L’obiettivo è ostacolare i rischi di dispersione scolastica nella fascia di età 6-13 anni e supportare le famiglie attraverso presidi educativi nei quartieri con maggiore grado di vulnerabilità sociale del Lazio, in particolare nella fase immediatamente successiva all’emergenza sanitaria da Covid-19. La misura è realizzata grazie alla co-programmazione tra Regione Lazio e Con i Bambini, società senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD e attuatore del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, co-finanziatrice dell’iniziativa con 500mila euro.
“Con questo intervento vogliamo contribuire a contrastare la povertà educativa che colpisce bambini e ragazzi, privandoli delle opportunità necessarie per apprendere, sperimentare e coltivare le proprie competenze e aspirazioni. Ringrazio la consigliera Marta Bonafoni per aver sollecitato la misura, presentando un emendamento. L’intervento studiato e realizzato insieme a Con i Bambini – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Welfare ed Enti locali, Alessandra Troncarelli – rappresenta uno strumento per aiutare le famiglie più fragili a garantire maggiori opportunità di crescita educativa ai propri figli. Dopo i mesi difficili del lockdown, lo spirito che ci guida è quello di ripartire dai più piccoli”.
“Oltre 8 milioni e mezzo di minori sono rimasti a casa per l’emergenza Coronavirus. I più penalizzati, ovunque, sono i bambini poveri, per i quali l’istruzione è la principale leva di riscatto economico, sociale, culturale – dichiara Carlo Borgomeo, presidente di Con i Bambini. La povertà educativa incide ancor più in questa fase, colpendo bambini, ragazzi e famiglie in difficoltà, minando il futuro del paese. Per contrastarla efficacemente occorrono sinergie e innovazione sociale, partendo dal presupposto che la presa in carico del minore deve attivare e coinvolgere l’intera ‘comunità educante’ dei territori, ovvero scuole, famiglie, terzo settore, istituzioni e gli stessi ragazzi. In quattro anni ne abbiamo attivate tantissime, coinvolgendo circa 7 mila organizzazioni con 360 progetti in tutta Italia”.
Le proposte di contrasto al fenomeno dovranno prevedere le seguenti attività: lacreazione o il potenziamento di ‘presidi educativi’, privilegiando quelli verdi e attrezzati, da utilizzare per erogare servizi a favore degli esclusi dalla didattica a distanza; il supporto delle famiglie, tramite sportelli, anche digitali, di ascolto e sostegno per la gestione dei compiti o tramite l’attivazione di servizi di prossimità e la promozione di forme di mutuo aiuto; il contrasto del divario digitale, aumentando le ‘occasioni educative’ a disposizione dei bambini e dei ragazzi; servizi itineranti nelle periferie; la formazione per educatori e insegnanti e il rafforzamento del ruolo di tutti gli attori coinvolti nel processo educativo.
Possono partecipare all’avviso partnership costituite da almeno tre organizzazioni, tra cui un soggetto responsabile che sia un ente del Terzo settore. I progetti devono essere presentati esclusivamente online, tramite la piattaforma Chàiros.it , entro le ore 13 del 30 settembre 2020. Per chiarimenti, dal 24 agosto è possibile scrivere a iniziative@conibambini.org, oppure contattare lo 06/40410100 (interno 1), lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 09 alle ore 13, martedì e giovedì dalle ore 14:30 alle ore 17:30.
Il Presidente del Consiglio in visita sul bene confiscato di “Terra Aut”
3 Agosto 2020
Lunedì 3 agosto la tappa del premier sui terreni oggi gestiti dalla cooperativa sociale Altereco e sostenuti da Fondazione CON IL SUD e Fondazione Vismara
«Sono motivato dalla voglia di scoprire la bellezza e le potenzialità di questo territorio, troppo spesso raccontato dalle cronache solo per gli episodi di criminalità, mafia, delinquenza. Ma Cerignola e la provincia di Foggia non sono solo questo. Ed allora dobbiamo rivalutare le loro bellezze e le loro potenzialità. La cultura dell’antimafia sociale risiede in ciascun cittadino, in ciascuno di noi, che deve avere la forza di opporsi al clima omertoso, di denunciare le situazioni di illegalità ed i comportamenti mafiosi. Non spetta solo ai politici o a quelli che consideriamo eroi, spetta a ciascuno di noi».
Mattia Sportelli ha 17 anni. Viene da Mottola, in provincia di Bari, e ha fatto parte del primo gruppo di studenti impegnati nei campi estivi antimafia in programma dal 20 luglio all’8 agosto sui terreni di “Terra Aut” confiscati alla mafia. La cooperativa sociale Altereco, che in contrada Scarafone, sui beni sottratti al boss Giuseppe Mastrangelo, gestisce un terreno agricolo di 8 ettari con annesso fabbricato, è tra le dieci cooperative che in tutt’Italia sono impegnate ad accogliere i giovani studenti nel progetto pilota organizzato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, insieme al Ministero dell’Istruzione.
Lunedì 3 agosto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarà a Cerignola per partecipare alla presentazione del progetto “LegaliTour: percorsi di legalità, formazione ed orientamento nel sistema educativo nazionale di istruzione”. Ad accompagnare il Premier nel centro ofantino ci saranno il Ministro della Pubblica Istruzione, Lucia Azzolina, e il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, senatore Nicola Morra.
Sarà proprio la lotta alla criminalità organizzata il filo conduttore di questo mini tour in Capitanata. Alle 12.30 presso l’Auditorium “Teodato Labia” dell’Istituto “Zingarelli–Sacro Cuore” di Cerignola si svolgerà il primo momento di riflessione; subito dopo verrà fatta una visita a “Terra Aut”, sul bene confiscato alla mafia di Cerignola e gestito dalla cooperativa sociale Altereco oggi avamposto di legalità, sviluppo e lavoro.
Un sogno di agricoltura sociale e di restituzione del bene sottratto alla criminalità reso ancora più forte grazie al progetto “Il fresco profumo della libertà”, tra gli interventi selezionati nell’ambito della quarta edizione del Bando Beni Confiscati alle mafie 2019, promosso dalla Fondazione CON IL SUD insieme alla Fondazione Peppino Vismara. Il progetto promosso dalla Cooperativa Sociale Altereco – con un nutrito partenariato di enti pubblici e privati – prevede anche la realizzazione di un orto sociale, l’allestimento di una bottega solidale e l’implementazione di una serie di attività di promozione del territorio, tra cui l’allestimento di un B&B, favorendo l’inclusione socio-lavorativa di sei persone in condizione di svantaggio. La visita del presidente del Consiglio sarà anche un’occasione per raccontare gli interventi che saranno realizzati sul bene attraverso il sostegno di Fondazione CON IL SUD e Fondazione Vismara e per ribadire che è possibile generare economia sostenibile ed opportunità lavorative in un bene sottratto alla criminalità organizzata e restituito alla collettività per promuoverne il riuso sociale.
Per aspera ad astra: cultura e bellezza in carcere
30 Luglio 2020
Al via la terza annualità del progetto delle Fondazioni che porta nelle carceri percorsi innovativi di formazione professionale nei mestieri del teatro
È partita la terza edizione di “Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, un progetto che sta realizzando in 12 carceri italiane innovativi e duraturi percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro, che riguardano non solo attori e drammaturghi, ma anche scenografi, costumisti, truccatori, fonici, addetti alle luci. Coinvolge circa 250 detenuti, che hanno partecipato a più di 300 ore di formazione ciascuno. Il progetto, promosso da Acri e sostenuto da 10 Fondazioni di origine bancaria, è nato dall’esperienza ultra trentennale della Compagnia della Fortezza di Volterra, guidata dal drammaturgo e regista Armando Punzo che, nel corso della sua lunga attività, ha costruito un patrimonio consolidato di buone pratiche, e che ora si estende in altre carceri d’Italia.
Ogni anno, al termine del percorso di formazione, i detenuti si esibiscono nei teatri all’interno degli istituti di pena, che per l’occasione accolgono il pubblico “da fuori”, ma anche e soprattutto in teatri fuori dal carcere, così che i loro spettacoli vengono inseriti nei cartelloni delle stagioni teatrali. A questi spettacoli assistono scolaresche e abbonati. Inoltre Per Aspera ad Astra porta nelle carceri esperti costumisti, designer, attori, registi e studenti, per creare un dialogo tra “dentro” e “fuori”, che smonta molti pregiudizi e delegittima tante paure diffuse. Prevede, infine, anche l’attivazione di borse-lavoro per permettere ad alcuni detenuti di svolgere periodi di formazione fuori dal carcere, presso i teatri.
Per Aspera ad Astra ha così dato vita a una rete nazionale di compagnie teatrali che operano nelle carceri e che condividono l’approccio e la metodologia di intervento. L’esperienza condivisa testimonia come sia possibile lavorare nelle carceri mettendo al centro la cultura, lasciando che essa possa esprimersi a pieno e compiere una rigenerazione degli individui, che possa quindi favorire il riscatto personale e avviare percorsi per il pieno reinserimento del detenuto nel mondo esterno. Altro effetto, niente affatto secondario, di questo tipo di intervento è che esso sta innescando un processo di ripensamento del carcere, delle sue funzioni e del rapporto tra il personale che vi opera e le persone detenute.
Ad alimentare e rendere fattibile questo progetto c’è un’inedita comunità, composta da diversi soggetti, coinvolti ciascuno con ruoli diversi: Fondazioni di origine bancaria, compagnie teatrali che curano la formazione, direttori e personale degli istituti di pena, detenuti.
Anche nel 2020, pur se tra le grandi difficoltà causate dalla pandemia da Covid-19, Per Aspera ad Astra non si è fermato completamente: i laboratori sono proseguiti in video-collegamento e gli spettacoli programmati sono stati solo rinviati al prossimo autunno.
Le carceri e le compagnie teatrali coinvolte nell’edizione 2020/2021 di Per Aspera ad Astra: Casa di Reclusione di Volterra (Pi) – Carte Blanche / Compagnia della Fortezza; Casa di Reclusione Milano Opera – Opera Liquida; Casa Circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno” – Teatro e Società; Casa Circondariale di Palermo “Pagliarelli” – Associazione Baccanica; Casa di Reclusione di Vigevano (Pv) – FormAttArt; Casa di Reclusione di Padova – Teatro Stabile del Veneto; Casa Circondariale di La Spezia – Associazione Gli Scarti; Casa Circondariale di Cagliari Uta – Cada Die Teatro; Casa Circondariale di Perugia Capanne – Teatro Stabile dell’Umbria; Casa Circondariale di Bologna “Dozza” – Teatro dell’Argine; Casa di Reclusione di Saluzzo (CN) – Voci Erranti; Casa Circondariale di Genova Marassi – Teatro Necessario.
“Per Aspera ad Astra” è un progetto promosso da Acri (l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria) e sostenuto da Fondazione Cariplo, Fondazione Carispezia, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CON IL SUD, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione di Sardegna.
Bilancio sociale 2019: riduciamo il distanziamento sociale
27 Luglio 2020
Prendiamo in prestito l’espressione “distanziamento sociale”, che tutti purtroppo abbiamo imparato a conoscere meglio a causa dell’emergenza sanitaria e al relativo invito a metterlo in atto, come spunto per una riflessione e per un altro invito, altrettanto importante per le persone e le comunità. Provocatoriamente, proviamo a ribaltare il concetto e il messaggio dell’invito.
*Non ci riferiamo al distanziamento “fisico” che è necessario osservare finché l’emergenza ce lo impone e il decreto del governo lo regola, ma al distanziamento “sociale” che ne consegue e che si aggiunge ad un divario pre-esistente e in aumento già prima dell’arrivo del covid-19.
Da statuto promuoviamo percorsi di coesione sociale al Sud e, riprendendo un’espressione utilizzata in un precedente bilancio, “comunichiamo per missione” perché la comunicazione è uno degli strumenti per attuarla. Non potevamo sottrarci, nel nostro piccolo, a denunciare la contraddizione in termini – in questo caso anche “di” termini – di cui l’espressione “distanziamento sociale” implicitamente è portatrice.
Anche la comunicazione è “virale”, e forse fino a pochi mesi fa pensavamo che fosse l’unica a esserlo attraverso i canali “social”. Il virus delle disuguaglianze sociali, oltre e prima di quelle economiche, si propaga velocemente, evidentemente senza trovare troppe resistenze.
Il problema della povertà educativa minorile, acuito dalla chiusura delle scuole e dalla mancata socialità per bambine e bambini, ragazze e ragazzi, ad esempio è stato “percepito” in netto ritardo e in modo parziale dall’informazione e dall’opinione pubblica. Così è avvenuto anche per altre dimensioni umane e sociali: persone con disabilità, detenuti e rapporto con figli e famiglie, donne vittime di violenza, soggetti fragili dell’economia sommersa, usura e avanzamento del potere criminale, ecc.
Sono state varate misure importanti per arginare l’impoverimento economico e il Governo, con il Ministro per il Mezzogiorno e la Coesione territoriale, ha messo in campo un’azione di innovazione e di “rottura” con il passato sostenendo il Terzo settore meridionale, nella convinzione che l’infrastrutturazione sociale sia una precondizione dello sviluppo economico del Mezzogiorno.
Le risorse messe a disposizione non sono ancora adeguate ma quello che manca veramente, ancora, è una presa di coscienza collettiva e pubblica di questo assunto. Le “raccomandazioni” presenti nel poster, restando nella metafora del distanziamento sociale, indicano alcune buone pratiche per ridurlo “insieme”, “CON” il Terzo settore e le comunità dei territori, convinti che investire nel sociale vuole dire investire nello sviluppo e nel futuro del paese.
Il bilancio completo è disponibile e navigabile come un sito web su www.bilanciodimissione.it. Allo stesso link sarà possibile consultare anche quello dell’impresa sociale Con I Bambini.
Si è chiuso lo scorso 17 luglio il bando “Sport – l’importante è partecipare” con una partecipazione di gran lunga superiore alle aspettative. Sono 330 le proposte presentate da tutto il Sud, che coinvolgono oltre 2.100 organizzazioni tra terzo settore, federazioni sportive, istituzioni pubbliche e in misura minoritaria anche imprese profit. Le proposte comprendono la quasi totalità delle discipline e delle attività sportive. Le regioni che hanno registrato una maggiore partecipazione al bando sono state Sicilia e Campania.
Attraverso questo bando, pubblicato lo scorso maggio durante una fase difficile per il paese e di criticità anche per le attività del il Terzo settore, la Fondazione CON IL SUD mette a disposizione 2,3 milioni di euro di risorse private per sostenere interventi da attivare nel 2021 capaci di superare la fase di grande paura mettendo al centro l’attività sportiva come strumento di inclusione, partecipazione e integrazione tra persone che vivono in uno stesso, circoscritto, territorio (quartiere, rione, borgo, paese) del Sud Italia.
Le proposte presentate hanno l’obiettivo di avvicinare alla pratica sportiva persone di ogni età, promuovendo il benessere psicofisico e i valori di cui lo sport è naturalmente portatore (lealtà, rispetto per le regole, impegno, tolleranza, confronto e relazione ecc.) in un’ottica di condivisione e cura del bene comune, creando anche opportunità di crescita e occupazione e rafforzando il senso di comunità. Le attività previste, inoltre, rispondono alle esigenze di prevenzione legate all’emergenza Covid e, in diversi casi, prevedono lavori per migliorare e ammodernare gli impianti e le aree sportive.
A beneficio dello specifico tema delle infrastrutture sportive collegate al Bando, è stata stipulata oggi una convenzione triennale con l’Istituto per il Credito Sportivo per supportare i progetti sostenuti dalla Fondazione CON IL SUD dedicati alla riqualificazione e valorizzazione di impianti e strutture sportive. Saranno previsti nello specifico: finanziamenti per riqualificazioni e ristrutturazioni di impianti sportivi e culturali coinvolti dai progetti, in particolare per quanto riguarda la messa in sicurezza, l’efficientamento energetico, l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’implementazione tecnologica (plafond di 20 milioni di euro); garanzie e contributi in conto interesse per i predetti finanziamenti destinati allo sport (plafond di 3 milioni di contributi). L’Istituto, inoltre, valuterà la possibilità di concedere dei finanziamenti per anticipare ai beneficiari i contributi in conto capitale che saranno erogati dalla Fondazione.
Le 330 proposte saranno oggetto di attenta valutazione da parte della Fondazione per selezionare quelle ritenute più in linea con gli obiettivi del Bando e meritevoli di sostegno economico, fino ad un massimo complessivo di 2,3 milioni di euro messi a disposizione attraverso l’iniziativa.
A Messina torna l’Horcynus Festival – Fondazioneconilsud.it
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A Messina torna l’Horcynus Festival
24 Luglio 2020
Cinema, musica, teatro, poesia, perfomance. All’insegna del Futuro. Sarà infatti la parola ghadaan (in arabo “domani) il tema della diciottesima edizione di Horcynus Festival, che sottolinea l’urgenza di praticare strade nuove e di intraprendere nuovi percorsi economici e sociali, in grado di contrastare le sempre maggiori diseguaglianze, accentuate e aggravate dalla globalizzazione e dal climate change.
La manifestazione prenderà il via venerdì 24 luglio negli spazi del Parco Horcynus Orca in affaccio sullo Stretto di Messina e si protrarrà in questa prima parte, fino al 3 agosto, per proseguire dal 21 al 23 settembre e dal 5 novembre al 20 dicembre.
Il festival è organizzato dalla Fondazione Horcynus Orca con Gaetano Giunta, presidente dei soci fondatori e segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina con la direzione artistica di Franco Jannuzzi per la sezione cinema, Massimo Barilla per la sezione teatro, Giacomo Farina e Luigi Polimeni, per la musica.
Aggiornamento bando volontariato – Fondazioneconilsud.it
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Aggiornamento bando volontariato
22 Luglio 2020
Entro il 31 luglio le 19 proposte selezionate e ammesse alla seconda fase del Bando Volontariato devono presentare i progetti esecutivi che saranno successivamente valutati dalla Fondazione per poter ottenere il sostegno previsto dall’iniziativa.
Il Bando ha l’obiettivo di innescare processi di sviluppo locale attraverso la valorizzazione del volontariato e il coinvolgimento attivo della cittadinanza. Il processo valutativo della prima fase ha portato all’individuazione di 19 proposte, su 83 ricevute, ammesse alla seconda fase di progettazione esecutiva. Le proposte ammesse interessano tutte le regioni del Sud: Sicilia (7), Calabria (4), Puglia (3), Campania (3), Basilicata (1) e Sardegna (1).
Gli ambiti di intervento riguardano l’attivazione e il potenziamento dei servizi socio-assistenziali, la valorizzazione e riqualificazione di beni, lo sviluppo di azioni di promozione turistica, la promozione di servizi socio-educativi, l’economia circolare, la dispersione scolastica e l’agricoltura sociale.
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Welfare che impresa! Vincono 4 progetti a elevato impatto sociale
15 Luglio 2020
ZeroPerCento, SimplifAI ted, Corax Lifebox e Lac2lab sono i vincitori della quarta edizione di Welfare, che Impresa! Assegnato un premio speciale a +stic 4 crafts
ZeroPerCento, SimplifAI ted, Corax Lifebox e Lac2lab sono i vincitori di Welfare, che Impresa!. Il bando, giunto alla sua quarta edizione, ha l’obiettivo di premiare e supportare i migliori progetti a impatto sociale capaci di favorire il welfare di comunità e lo sviluppo locale.
Il concorso, promosso da Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Bracco, Fondazione Snam, Fondazione CON IL SUD e UBI Banca, a cui si è unita quest’anno Fondazione Peppino Vismara, si avvale del contributo scientifico di AICCON e di Tiresia-Politecnico Milano. Altre novità del 2020 sono state le adesioni di Impacton e Make a Cube – quest’ultimo si aggiunge agli altri incubatori già partner: PoliHub, SocialFare, Campania NewSteel, Hubble-Acceleration Program e G- Factor.
Quest’anno sono state 682 le candidature arrivate da tutta Italia, in deciso aumento rispetto alle precedenti edizioni, di cui 236 ammissibili alla prima fase di selezione. Di queste, il 63% proviene dalle regioni del Nord e Centro Italia e il 37% dalle regioni del Sud Italia.
La maggior parte delle candidature rientra in uno dei seguenti settori:
Soluzioni e servizi diretti a rispondere ai bisogni di cura, socio-assistenziali, culturali e formativi delle comunità, anche con il fine di includere soggetti vulnerabili;
Soluzioni e azioni per la salvaguardia e il miglioramento delle condizioni ambientali e climatiche e/o volte a limitare l’apporto di materia ed energia e a minimizzare scarti e perdite nei processi di produzione e consumo.
I 12 team finalisti hanno partecipato a due intense giornate di workshop virtuale, in cui hanno affinato i loro progetti affiancati da mentor e professionisti.
Sono stati premiati i progetti che meglio hanno risposto agli obiettivi del bando, quali la generazione di impatto sociale, la creazione di occupazione, in particolare per le categorie svantaggiate, lo sviluppo di forti reti territoriali e infine l’utilizzo della tecnologia, anche digitale.
Il primo premio di 40.000 Euro è stato assegnato a ZeroPerCento, mentre SimplifAI ted, Corax e Lac2lab, classificati rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto, riceveranno un premio di 20.000 Euro ciascuno.
Tutti i vincitori potranno inoltre accedere ad un percorso di mentorship individuale e personalizzato erogato dai programmi di Accelerazione ad un finanziamento a tasso zero erogato da UBI Comunità fino a 50.000 euro (Concessione del finanziamento soggetta alla verifica dei requisiti di accesso), insieme ad un conto corrente Formula Impresa Non Profit – Linea Online con canone gratuito per 36 mesi.
In questa edizione 2020 sono stati assegnati due ulteriori premi speciali: la possibilità di avviare una campagna di crowdfunding sulla piattaforma ideatre60 di Fondazione Italiana Accenture, assegnato a Corax; l’accesso facilitato allo Scaling Program di Impacton, assegnato a +stic 4 crafts.
PROGETTI VINCITORI
ZeroPerCento (Premiato da Fondazione Bracco e Fondazione Snam): una giovane cooperativa sociale composta da 5 donne che, tramite la gestione di una bottega di prodotti biologici a Milano, dà la possibilità di reinserimento lavorativo a ragazzi con disabilità.
SimplifAi ted (Premiato da Fondazione CON IL SUD): una piattaforma che semplifica la scoperta e l’accesso alle agevolazioni pubbliche a cui il cittadino ha diritto. La richiesta e la gestione della prestazione sono automatizzate e semplificate rispetto a tutte le alternative disponibili, offrendo economicità, velocità e una maggiore certezza dei risultati.
Corax Lifebox (Premiato da Fondazione Italiana Accenture): un dispositivo biomedico per rendere il trattamento delle ustioni accessibile ovunque e adattabile ad ogni posto letto o barella. Mediante un sistema elettrico, riproduce le condizioni controllate e asettiche normalmente presenti in un centro grandi ustionati o in una terapia intensiva, così da prevenire le infezioni nosocomiali nei pazienti ustionati o immunodepressi.
Lac2Lab (Premiato da Fondazione Peppino Vismara): promuove la sostenibilità e l’etica nelle Life Science, trasformando il latte bovino in scadenza in un reagente per colture cellulari.
PREMIO SPECIALE
+stic 4 crafts (Premio speciale Impacton): riciclo di (termo)plastiche per produrre semilavorati quali barre e pannelli, prodotti eco-friendly, oltre a servizi di progettazione e realizzazione custom made di arredi e allestimenti. A queste si affiancheranno numerose attività sociali e di sensibilizzazione sul tema della sostenibilità ambientale, come corsi, workshop ed eventi.
Disuguaglianze digitali: il report dell’Osservatorio #conibambini
14 Luglio 2020
Il Paese di fronte alla sfida digitale post Covid, tra disuguaglianze già esistenti e forti rischi di nuove povertà educative. Il report promosso da Con i Bambini e Openpolis fotografa una Italia molto lontana dalla strategia europea dellagigabit society, agli ultimi posti delle classifiche europee e con profondi divari interni.
Il 12,3 per cento dei ragazzi non possiede un pc o tablet, quota che arriva al 20 per cento nel Mezzogiorno. La Calabria, regione meno connessa d’Italia è distante di circa 14 punti dal Trentino Alto Adige, la più connessa. Oltre 1 milione di minori vive in comuni dove nessuna famiglia è raggiunta dalla rete fissa veloce.
È un processo di digitalizzazione non abbastanza inclusivo per ragazzi e famiglie. Non riguarda solo l’accesso alla tecnologia nelle scuole e in famiglia, ma anche l’uso e le competenze digitali dei ragazzi. Un gap che va ben oltre quello digitale e riguarda il diritto dei minori a non cadere nella trappola della povertà educativa.
Rossi-Doria (Con i Bambini): “Siamo davanti a un significativo fattore discriminante per la crescita di bambine, bambini e adolescenti. Non è sufficiente fornire temporaneamente un dispositivo della scuola, lo Stato dovrebbe garantire alle famiglie in povertà la possibilità di accesso a internet veloce e almeno un computer dedicato ai ragazzi”
L’emergenza coronavirus ha messo a nudo ritardi strutturali sia sul fronte dell’accesso alle tecnologiche (rete e dispositivi) sia sulle competenze digitali, con profondi divari territoriali, tra Nord e Sud ma non solo. I divari nella velocità della connessione della rete internet oggi sono spesso sovrapponibili ai tempi di spostamento fisico tra città maggiori e aree interne. Le disuguaglianze digitali, come confermano le analisi dell’Osservatorio promosso da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, rappresentano una ulteriore dimensione della povertà educativa.
In Italia vivono 9,6 milioni di minori, durante il lungo lockdown 8 milioni e mezzo di bambini e ragazzi sono rimasti a casa. Uno scenario che ha acuito una serie di disagi preesistenti. Il 41,9 per cento dei minori, ad esempio, vive in una abitazione sovraffollata e il 7 per cento affronta anche un disagio abitativo (problemi strutturali). La povertà cresce al diminuire dell’età (la fascia 0-17 anni è quella dove l’incidenza della povertà assoluta resta maggiore) e, parallelamente, cresce all’aumentare del numero di figli: più una famiglia è numerosa, più è probabile che si trovi in povertà assoluta (circa il 20 per cento delle famiglie con 3 o più figli si trova in povertà assoluta). È di questo quadro sociale che dobbiamo tenere conto quando segnaliamo che l’emergenza ha imposto (o ribadito) alcune esigenze, in termini di digitalizzazione.
Il divario digitale si va infatti a sommare ai fattori di disuguaglianza già esistenti: dalla condizione sociale al luogo di residenza. Basti pensare al gap in termini di velocità della rete vissuto dai ragazzi che abitano nelle aree interne (in Umbria, ad esempio, il 7 per cento delle famiglie senza internet imputa il motivo all’assenza di banda larga). Oppure alla disparità subita dalle famiglie che non possono garantire ai propri figli computer adeguati e connessioni veloci. (il 5,3 per cento delle famiglie con un figlio non può permettersi l’acquisto di un pc).
“Come dimostra il rapporto, le disuguaglianze digitali incidono notevolmente sulla povertà educativa minorile – spiega Marco Rossi-Doria, Vice Presidente di Con i Bambini. Se una famiglia del ceto medio con pochi figli possiede più dispositivi in casa e una famiglia svantaggiata, numerosa e con più figli non ha accesso alla rete internet fissa e non possiede nessun pc o ne ha solo uno per tutti, è chiaro che siamo davanti a un significativo fattore discriminante per la crescita di bambine, bambini e adolescenti. In questi casi, purtroppo numerosi, nonostante il grande sforzo di accompagnamento fatto dal Terzo settore, manca proprio un supporto educativo che deve essere tutelato in primis dal diritto allo studio. Non è sufficiente fornire temporaneamente e in comodato d’uso un dispositivo della scuola, che aumenta anche il divario auto percepito e il senso di precarietà – sottolinea Rossi-Doria – lo Stato dovrebbe garantire alle famiglie in povertà relativa grave o in povertà assoluta la possibilità di accesso a internet veloce e almeno un computer dedicato ai ragazzi”.
LA SFIDA DIGITALE
I ritardi da recuperare sono molti, e sono tutti riconducibili a un processo di digitalizzazione non ancora abbastanza inclusivo per i minori e le famiglie. Ce lo mostrano, tra le altre cose, la quota di famiglie che prima della crisi dichiaravano di non avere internet a casa per motivi economici, in particolare nel Mezzogiorno. Il 12,3 per cento dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni non possiede un pc o tablet a casa, quota che aumenta considerevole al Sud (20 per cento).
Mentre l’Europa si prepara alla sfida della gigabit society, partendo non a caso proprio dai luoghi dove si formano le conoscenze di bambini e ragazzi per realizzare una società sempre più interconnessa, l’Italia è agli ultimi posti delle classifiche europee. Siamo al 25esimo posto su 28 nella classifica DESI 2020 (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società) seguiti solo da Romania, Grecia e Bulgaria. Il nostro paese è al 22esimo posto su 28 nella quota di famiglie con accesso a internet da casa nel 2019, mentre il 2 per cento delle famiglie con figli non ha internet a casa per motivi legati al costo. Il doppio della media Ue.
Allo stesso tempo, restano ancora profondi i divari tra le diverse regioni italiane. A fronte di una media nazionale del 76,1 per cento di famiglie connesse, restano indietro soprattutto le regioni meridionali. La Calabria con il 67,3 per cento (quasi 9 punti al di sotto della media nazionale) mantiene invariato il ritardo rispetto alla regione più connessa (il Trentino Alto Adige, 81,1% con una differenza di 13,8 punti percentuali. Seguono Molise e Basilicata (69%), Sicilia (69,4%) e Puglia (69,6%). Con l’eccezione della Sardegna, nessuna regione del Sud ha una quota di famiglie con accesso a internet superiore al dato nazionale.
Oltre 1 milione di minori vive nei 4 mila comuni dove nessuna famiglia è raggiunta dalla rete fissaa 30Mbps. Nella classifica delle province con più minori in comuni non raggiunti dalla rete fissa di banda larga veloce, ai primi tre posti troviamo tre territori meridionali (Nuoro, Isernia, Oristano).
Le aree metropolitane registrano la quota più alta di famiglie che dispongono di una connessione domestica (80,4 %). Nonostante una crescita significativa (+23,8 punti), i piccoli comuni con meno di 2.000 abitanti restano quelli con meno famiglie connesse. Tra le cause, il costo e la copertura della rete dove si abita. Al Nord, l’alto costo del collegamento è indicato dal 6-7 per cento di chi non ha una connessione a internet, quota quasi doppia al Sud e nelle isole con l’11,9 per cento delle famiglie senza internet. La Campania è la regione con più famiglie che segnalano gli ostacoli legati al costo (14,3%).
LA DIGITALIZZAZIONE DELLE SCUOLE
Finita l’emergenza, quali scuole troveranno i ragazzi una volta tornati in classe? Il presupposto affinché il potenziamento della connettività delle scuole sia efficace, è ovviamente la presenza di una strumentazione tecnologica adeguata per la didattica (lavagne multimediali, tablet, pc). Ma, da sole non bastano. L’indagine ufficiale del Miur relativa all’anno scolastico 2014/15 offre alcune indicazioni in questo senso. Le regioni con più tecnologie per alunno sono risultate essere, oltre alla Lombardia, alcune regioni meridionali come la Calabria (prima per numero di dispositivi, uno ogni 5,3 alunni), la Sicilia e la Puglia, grazie ai contributi europei 2007-13. Nell’anno scolastico 2018/2019 nelle scuole italiane, ogni 100 alunni, erano presenti in media 5,7 pc/tablet e 1,8 lim (o proiettori interattivi/smart tv). Prima dell’emergenza, i dati indicano profonde differenze interne anche all’interno delle stesse regioni. Ad esempio in Campania, al dato di Benevento (prima nella regione, sia per lim che per pc per alunno) si contrappone quello della città metropolitana di Napoli (ultima nel rapporto dispositivi/alunni). In Puglia, la città metropolitana di Bari è prima nella regione per diffusione delle lavagne multimediali, mentre sui computer è Brindisi ad avere i valori più alti. Agli ultimi posti nel rapporto pc/alunni la provincia di Foggia. Nell’Italia settentrionale invece spiccano Sondrio (10,9 pc o tablet ogni 100 alunni), Rovigo e Lecco. Agli ultimi posti invece Genova, Rimini e Gorizia. In quella centrale, al dato della provincia di Siena (10,6 pc e tablet ogni 100 alunni) si contrappone quello della città metropolitana di Roma (con 3,6 pc e tablet).
SERVONO SCUOLE MA SOPRATTUTTO STUDENTI DIGITALI
Lecompetenze digitali dei giovani, sono molto distanti dalla media europea.
In termini di competenze (email, videochiamate, trasferimento file, utilizzo software, ecc), secondo l’indicatore dell’Eurostat, in Italia la quota di giovani tra 16 e 19 anni che padroneggiano gli strumenti digitali è più bassa (64%) rispetto alla media UE (83%) con oltre 20 punti di distacco da Regno Unito, Germania e Spagna.
Siamo penultimi (26 su 28) nella classifica dei paesi Ue dove i giovani leggono di più i giornali online. E anche qui con forti differenze sociali interne.Quasi il 74% degli studenti di famiglie avvantaggiate usa internet per leggere notizie, mentre tra quelli svantaggiati la quota scende a poco più del 60%.
Si tratta di un gap che, come tutti quelli emersi dal rapporto Con i Bambini – Openpolis, ci parla di disuguaglianze che vanno ben oltre quelle digitali. Riguardano il diritto dei minori a non cadere nella trappola della povertà educativa. Senza un vero percorso educativo, il solo utilizzo del pc a scuola non comporta competenze più elevate. La faglia del divario digitalesi sta progressivamente spostando dall’accesso all’uso che viene fatto della rete.
Un divario educativo interno e con gli altri paesi Ue che non potrà essere compensato solo con più computer e tablet. Senza questa consapevolezza, nessun provvedimento, da solo, sarà sufficiente a recuperare i ritardi. Perché non stiamo parlando solo di divari tecnologici, comunque gravi ma risolvibili attraverso interventi economici mirati ed efficaci. Stiamo parlando di disuguaglianze sociali radicate, profonde, per cui serve una strategia di lungo periodo, sinergica con quella per il contrasto della povertà educativa.
I report dell’Osservatorio #conibambini, oltre a fornire dati aggiornati, permettono a decisori, operatori e media un’analisi del fenomeno in una dimensione di data journalism, con dati a livello comunale o subcomunale.
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