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  • Un mondo di gocce

    Un mondo di gocce

    ROMA – 12 Marzo 2019

    In Sicilia e Campania le scuole vincitrici del concorso che premia il migliore spot per promuovere l’uso sostenibile dell’acqua

    Il contest video lanciato nell’ambito del progetto nazionale di Legambiente e Fondazione CON IL SUD che in nove mesi ha girato l’Italia per parlare di risparmio idrico

    La Scuola secondaria di I grado Virgilio di Paternò, in provincia di Catania, l’Istituto comprensivo G. Patroni di Pollica, in provincia di Salerno, e l’Istituto comprensivo Padre G. M. Allegra di Valverde, sempre in provincia di Catania, sono i primi tre classificati del concorso Un mondo di gocce, il contest lanciato da Legambiente tra gli studenti delle scuole secondarie di primo grado, alle quali è stato proposto di realizzare un video-spot della durata massima di tre minuti sul risparmio idrico e l’uso consapevole dell’acqua. Al centro della sfida, l’obiettivo di veicolare un messaggio positivo per sensibilizzare e aiutare i ragazzi a conoscere e comprendere i comportamenti virtuosi individuali e collettivi, a scuola, in famiglia, in città o in campagna, per ridurre lo spreco idrico.

    Le ragazze della scuola di Paternò hanno scelto di mettere in relazione l’importanza dell’acqua e la produzione del cibo, il video “corale” degli studenti dell’Istituto Patroni di Pollica parte proprio dai rubinetti dei bagni delle scuole, spesso lasciati aperti a causa di fretta e distrazione, mentre i ragazzi dell’istituto Allegra di Valverde hanno puntato su un video di animazione e realizzato un appello multilingue all’utilizzo responsabile. I tre video sono stati premiati con materiali e strumenti didattici, scelti dalle stesse classi vincitrici, per un valore di circa 700 euro ciascuno.

    “Legambiente nutre profonda fiducia nella capacità dei più giovani di imprimere un deciso cambio di passo per quanto riguarda il clima – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. Per questo Un mondo di gocce ha puntato molto sulle scuole, coinvolgendo oltre 330.000 studenti in 436 istituti, perché gli alunni diventino a loro volta insegnanti una volta a casa, nelle loro famiglie o tra gli amici. Sono gli stessi ragazzi che in tutto il mondo così come in Italia, con le piazze di Fridays for future, stanno suonando la sveglia ai governi perché, oltre le dichiarazioni di intenti, adottino finalmente le politiche necessarie per salvare il pianeta. Dobbiamo imparare a consumare le risorse, e tra queste l’acqua, in modo più razionale: i cambiamenti climatici da un lato, e le nuove tecnologie già disponibili dall’altro, ci devono accompagnare verso stili di vita più sostenibili”.

    “Un processo di cambiamento realmente sostenibile deve essere partecipato e condiviso, capace di sensibilizzare e attivare soprattutto i cittadini più giovani – sottolinea la Fondazione CON IL SUD. La campagna promossa con Legambiente ha queste caratteristiche e affronta un tema di portata mondiale come il consumo idrico, ma che interessa da vicino tutti noi, la nostra quotidianità. Confidiamo nelle capacità di cambiamento proprie delle nuove generazioni, sicuramente più attente e responsabili di quanto solitamente vengano descritte, perché soprattutto per il Sud rappresentano la speranza, l’energia, il motore di un nuovo modo di vivere le nostre comunità e di costruire il futuro del Paese”.

    Con la premiazione del concorso, si chiude il progetto che per nove mesi ha portato in giro per l’Italia, nelle scuole, ma non solo, il tema del risparmio idrico. Il 20 giugno a Roma, si è tenuto un importante convegno dal titolo SOS Acqua – le città e i territori alla sfida del clima, nel quale si sono confrontati ambientalisti, mondo della ricerca, amministratori locali, professionisti e imprese per una strategia comune di adattamento agli effetti del cambiamento climatico. Un mondo di gocce è stato a bordo di Goletta Verde, che dal 22 giugno al 12 agosto ha navigato lungo le coste italiane facendo tappa in 22 città portuali, e di Goletta dei laghi, organizzata dal 28 giugno al 29 luglio per sensibilizzare chi vive sulle sponde dei bacini di acqua dolce, incontrando migliaia di ragazzi. Ha attraversato festival, come il CibArti di Livorno a settembre e quello della Ruralità in Alta Murgia a Gravina di Puglia a novembre, occasioni in cui è stata esposta al pubblico la mostra dedicata all’acqua e si sono tenuti workshop sul tema. Infine, ha promosso con successo l’iniziativa internazionale #Protectwater, una consultazione popolare per la tutela della risorsa idrica avviata dalla Commissione Europea: attraverso il link presente sulla pagina web del progetto, ben 329.867 persone hanno espresso la loro opinione sulla tutela del bene acqua.

    Per saperne di più sul tema dell’acqua e sulle buone pratiche di risparmio idrico, qui è possibile trovare tutte le informazioni su Un mondo di gocce >> 

    Per vedere “Un mondo di gocce: chi ama non spreca”, il video ufficiale del progetto >> 

    Per vedere i video vincitori del concorso per le scuole >> 

  • Adotta uno scrittore: la letteratura entra nelle scuole carcerarie

    Adotta uno scrittore: la letteratura entra nelle scuole carcerarie

    TORINO – 12 Marzo 2019

    Foto di Francesco Gazzola da Flickr.com, Olivetti, Licenza Creative Commons (CC BY-ND 2.0)
    Foto di Francesco Gazzola da Flickr.com, Olivetti, Licenza Creative Commons (CC BY-ND 2.0)

    Con “Adotta uno scrittore” gli autori del panorama letterario contemporaneo entrano nelle scuole carcerarie italiane
    e,
    per l’edizione 2019, la rete si amplia e coinvolge il Sud Italia.

    I libri sono mondi in formato tascabile, in grado di regalare attimi di libertà e di evasione a chi ha l’ardire di iniziarli e perdercisi. Ma hanno anche il potere, se non di condurci in un altrove, quantomeno di ridipingere le nostre gabbie, mentali o fisiche, rendendole sostenibili.

    Con questo intento Adotta uno scrittore, progetto del Salone Internazionale del Libro sostenuto dall’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, da anni porta gli autori del panorama contemporaneo italiano nelle scuole carcerarie piemontesi. Dopo l’esperienza nazionale dello scorso anno, che ha visto l’adozione di Carlos Spottorno presso la Casa di Reclusione di Pontremoli, per l’edizione 2019 rinnova la sua rete grazie alla collaborazione con il Cesp (Centro studi scuola pubblica – Rete nazionale delle scuole ristrette) e la amplia al Sud Italia, grazie alla collaborazione con la Fondazione CON IL SUD, coinvolgendo quattro scuole carcerarie: la Casa Circondariale Secondigliano a Napoli, la Casa Circondariale Ettore Scalas di Cagliari, la Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo e l’Istituto Penale Minorile E. Gianturco di Potenza. 

    “La letteratura è bellezza, potenzialmente a disposizione di tutti ma non sempre accessibile – sottolinea Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD. Educare a riconoscerla, portandola in luoghi come le carceri minorili vuol dire consegnare a tanti ragazzi, che hanno vissuto e vivono tuttora una situazione di svantaggio, uno strumento di liberazione Siamo convinti che attraverso la cultura si possano aprire opportunità vere di riscatto”.

    Le prime adozioni, in programma entrambe martedì 12 marzo, sono presso la Casa Circondariale Secondigliano – Istituto Tecnico Commerciale Caruso di Napoli e l’Istituto Penale per Minorenni (IPM) “E.Gianturco” all’interno dell’Istituto Penale Minorile E. Gianturco di Potenza.

    Il primo ha adottato Lorenzo Marone, avvocato e autore, tra gli altri, de La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015), Magari domani resto (Feltrinelli, 2017), Cara Napoli (Feltrinelli, 2018). Un incontro significativo, quello tra Marone e i reclusi, per un autore originario della città che lo adotta, e che instaurerà con i reclusi una relazione, durante i tre incontri in programma, fatta di letture, scambi liberi, confronti e dialoghi. Un percorso che culminerà con riferimenti al romanzo Un ragazzo normale (Feltrinelli, Premio Giancarlo Siani 2018) di Marone, ambientato anch’esso nella Napoli del Vomero, quartiere in cui lo scrittore è cresciuto. La vita del protagonista Mimì e della sua famiglia si intrecciano con quella coraggiosa di Giancarlo Siani, vittima di un attentato di camorra proprio nel 1985, anno in cui le vicende sono ambientate. Ma per precisa scelta dell’autore, questo non vuole essere un libro su Giancarlo Siani quanto un percorso da fare con lui, attraverso la storia di una famiglia ordinaria, di un bambino speciale e di un contesto storico che è quello degli anni Ottanta. Ciò che Marone riesce a tratteggiare con abilità e con il consueto garbo che lo contraddistingue è senz’altro la scintilla che abita nel cuore e nella mente di Mimì, la forza propulsiva che lo porta a coltivare grandi sogni, senza paura, piuttosto con la spavalderia e qualche volta l’arroganza di chi nulla teme di fronte all’ideale primario di giustizia che lo anima.

    Sarà invece Gaetano Cappelli lo scrittore, in uscita per Marsilio con La vedova, il santo e il segreto del pacchero estremo, commedia brillante e irriverente che consente di svelare segreti, paradossi e follie del mondo dell’arte contemporanea, che si recherà all’Istituto Penale per Minorenni (IPM) “E.Gianturco” all’interno dell’Istituto Penale Minorile E. Gianturco di Potenza, sua città d’origine, per tre incontri.

    Gli autori adottati nelle Case di Reclusione del Sud Italia sono: Lorenzo Marone dall’Istituto Tecnico Economico “E. Caruso” presso la Casa Circondariale Secondigliano di Napoli (prossimi appuntamenti: 3 e 16 aprile); Flavio Soriga dal CPIA 1 presso la Casa Circondariale Ettore Scalas di Cagliari (in fase di definizione); Evelina Santangelo dal CPIA 1 presso la Casa di Reclusione Pagliarelli di Palermo (prossimi appuntamenti: 29 marzo, 17 aprile e 2 maggio); Gaetano Cappelli dal CPIA 1 presso l’Istituto Penale Minorile E. Gianturco di Potenza (prossimi appuntamenti: in fase di definizione).

    Adotta uno scrittore ha accresciuto la sua notorietà negli anni e i suoi numeri riflettono l’azione energica e costante. 340 gli autori adottati, 336 le classi, 4 le case di reclusione, a cui si aggiungono 1 ospedale, 1 sede universitaria, per un totale di 10374 studenti coinvolti. 138.000 è invece il numero dei ragazzi entrati gratuitamente al Salone Internazionale del Libro grazie all’Associazione.

  • I cinque anni della Fondazione Val di Noto

    I cinque anni della Fondazione Val di Noto

    MODICA (RG) – 11 Marzo 2019

    “Il lavoro che fa il Terzo settore è la premessa dello sviluppo economico. Quello che state facendo non pensate che sia un’incursione nel recinto delle anime belle. È una cosa utile, riconosce diritti negati ai soggetti più deboli. Ma questa è la molla iniziale. Con quello che fate vi impegnate per la costruzione di una comunità, e la costruzione di una comunità è un mettere le basi dello sviluppo economico. La comunità è cambiamento: siete qui per cambiare Modica, per cambiare il Val di Noto. Non solo per occuparvi dei poveri, per mettere le pezze a ciò che non va nel Val di Noto. Voi siete qui per costruire comunità. E voi siete sulla buona strada“. Con queste parole il presidente della Fondazione CON IL SUD, Carlo Borgomeo, ha concluso ieri sera il suo intervento alla Domus Sancti Petri, a Modica, nell’ambito del momento celebrativo per i cinque anni di vita della Fondazione di comunità Val di Noto.

    Oltre due ore di intenso dialogo, con il sociologo Aldo Bonomi, Salvatore Rizzo di Ecos-Med Messina, e le conclusioni di Maurilio Assenza, presidente della Fondazione Val di Noto. A introdurre il momento al quale hanno preso parte docenti, giornalisti, operatori e volontari delle varie realtà della Fondazione, sono stati gli studenti che hanno partecipato al percorso su ‘Cittadinanza e costituzione’. Gabriele e Vanessa, in rappresentanza dei tanti studenti presenti in una sala affollatissima, hanno posto una serie di spunti ripresi dal presidente Borgomeo. Tema del dialogo: ‘Un futuro possibile per le nostre città’. Partendo dalla comunità, tema sul quale tutti i relatori hanno offerto riflessioni e input positivi.

    Ripensando ai primi cinque anni di vita della Fondazione di comunità Val di Noto, Borgomeo ha chiarito: “Le cose sono solide e durature se sono dei territori che le vogliono. Nessuno ha promesso, cinque anni fa, che sarebbe cambiato tutto. Chi vi dice che cambia tutto in tre anni – ha detto rivolgendosi in particolar modo ai giovani – vi prende in giro, le cose cambiano bene se cambiano bene lentamente e nella coscienza della gente. La Fondazione di comunità sarà fortissima tra 30 anni e ci si ricorderà che un gruppo di persone ha iniziato coraggiosamente questo cammino”. Un’azione duplice quella che compiono le Fondazioni di comunità: “Primo, educare le persone di quel territorio alla cultura del dono. Secondo, realizzare una serie di progetti nel sociale e nel culturale con l’obiettivo di rendere più forte la comunità”. Un’azione che si muove in un contesto globale in cui emerge chiaramente che “qualcosa che non funziona”. “Questo sistema – ha chiarito – che fa aumentare la ricchezza dei ricchi e la povertà dei poveri. Tutto congiura per educarci alla cultura dello scambio, non del dono, qui invece si dona. Ma che te ne viene, ci si può sentire dire. So che la somma di tanti comportamenti di persone che donano ha la forza di cambiare la mia comunità in positivo”.

    Occorre, dunque, promuovere “fiducia” e “accoglienza”: su questi valori si costruisce comunità, e costruendo comunità si pongono le basi per lo sviluppo dei territori. Sul tema delle diseguaglianze si è mosso l’intervento di Salvatore Rizzo, partendo da esperienze concrete, nel Messinese, dove opera da molti anni, con particolare attenzione al campo educativo. “Non è vero, spesso, che non ci sono soldi. In alcuni casi vi sono tanti finanziamenti, ma non vengono spesi per il bene del bambino. Ma va ricordato che investire in educazione non significa essere buoni, significa immaginare lo sviluppo di un Paese”. E ha aggiunto: “In Italia c’è il problema delle migrazioni. Ma riguarda i 300.000 italiani che ogni anno si trasferiscono all’estero: sono un investimento che abbiamo perso. Per ciascuno di loro abbiamo investito, qualche volta male, ma abbiamo investito. Di quei 300.000 che vanno via, i laureati sono quasi il 35%, e il 39% i diplomati”.

    E poi un invito a riconoscere i “dispositivi di esclusione”, che sono “funzionali al paradigma di sviluppo economico che struttura diseguaglianze, alimentando quei meccanismi che consentono ai pochi ricchi di essere sempre più ricchi”. Riconoscere, quindi, ma come primo momento. Il secondo: “Lavorare per ricostruire contesti inclusivi. Il nostro compito, quello del Terzo settore, è quello di cominciare a invadere campi altrui, cominciare a occuparci di economia, sviluppo locale. Non perché noi dobbiamo diventare maggioranza, ma perché siamo un segno che è possibile pensare e operare economie che siano capaci di includere. Come il Laboratorio don Puglisi o cooperative che impiegano quanti sono usciti da un ospedale giudiziario”. In questo percorso, l’aspetto educativo è fondamentale. “Occorre sostenere – ha detto Rizzo – l’agire educativo diffuso. Il nostro lavoro, il lavoro dei cantieri educativi, non deve essere visto come una delega: fortuna che loro si occupano dei bambini e noi di ci occupiamo delle cose serie. No, noi ci occupiamo dei bambini, soprattutto quelli più fragili, perché tutti comincino a occuparsi di questo: il quartiere, l’amministrazione comunale”.

    Il sociologo Aldo Bonomi ha ribadito due temi già espressi nel corso dell’incontro che si era tenuto di mattina, a Villa Polara: “Fare comunità significa stare dentro i processi di sviluppo. Fare comunità è un’operazione pre-economica, funzionale a creare elementi fondamentali per lo sviluppo e il lavoro. Non è un’operazione di buoni sentimenti, ma mette insieme il senso e gli interessi. Gli interessi senza il senso della comunità fanno solo gli interessi di chi ha in mano gli interessi. La creazione di senso è fondamentale per rapportarsi agli interessi”. E ha aggiunto: “Occorre ragionare per un modello di sviluppo di benessere equo, sostenibile e solidale”. Un’esortazione in tema di comunicazione: in un epoca dominata dallo storytelling e dalla community, riscoprire il ruolo della comunità, “che significa prossimità”. “Ritornare al racconto. Gli esempi di ricucitura sociali diventano obiettivi e pratiche di sviluppo possibile” – ha detto prendendo spunto dal video proiettato in sala, che racconta storie di vita all’interno degli 85 progetti sostenuti dalla Fondazione di Comunità Val di Noto in questi cinque anni, con finanziamenti per oltre due milioni di euro. È stato il presidente della Fondazione, Maurilio Assenza, a offrire una riflessione conclusiva, citando il teologo Dietrich Bonhoeffer, Pico della Mirandola e Galileo Galilei. Spunti positivi per una ‘spinta’ ad “avere il coraggio di immaginare un futuro possibile per le nostre città”, “non andando dietro ragionamenti pre-costituiti”, ma con l’impegno a “essere insieme artefici di un disegno”. “Come dice Papa Francesco – ha concluso Assenza – essere impegnati a rendere domestico il mondo”.

    Giovedì, all’Istituto San Benedetto di Modica, si era tenuto il primo incontro del corso di formazione per docenti degli istituti di istruzione superiore e per operatori economici e delle istituzioni impegnati sul versante dell’economia civile. A tenere la relazione suor Alessandra Smerilli, docente all’Auxilium e all’Università cattolica del Sacro Cuore di Roma. Prossima settimana due appuntamenti, sempre a Modica. Giovedì, alle 16, all’Istituto San Benedetto, l’incontro con l’economista Leonardo Becchetti su: “Persone, mercati, benessere: la variabile invisibile della fiducia e l’elettrone dei beni relazionali”. Venerdì, sempre alle 16, a Villa Polara, dialogo sul lavoro e i giovani, a partire da alcune esperienze significative. Modera il giornalista di ‘Vita’ Alessandro Puglia. Seguirà la dedica della sala per gruppi al giovane migrante e poeta Tesfalidet Tesfom. Infine, mercoledì 20 marzo, all’Auditorium Pietro Floridia, la presentazione del bando ‘Resto al Sud’, alle 17, e alle 19, un momento su ‘Etica ed economia: le questioni, le vie per lasciare l’uomo un fine’, a cura di Banca Etica.

  • Bando Beni Confiscati

    Bando Beni Confiscati

    ROMA – 11 Marzo 2019

    Ostello Bella Calabria, nato all'interno di un bene confiscato alla 'ndrangheta a Sa Leonardo di Cutro (KR)
    Ostello Bella Calabria, nato all’interno di un bene confiscato alla ‘ndrangheta a Sa Leonardo di Cutro (KR)

    Promosso da Fondazione CON IL SUD e Fondazione Peppino Vismara

    A disposizione 4 milioni di euro per valorizzare i beni confiscati nelle regioni meridionali con attività capaci di generare valore sociale ed economico.

    Al via la quarta edizione del Bando per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, promosso da Fondazione CON IL SUD e Fondazione Peppino Vismara. A disposizione, complessivamente 4 milioni di euro di risorse private (3 milioni messi a disposizione dalla Fondazione CON IL SUD e 1 milione di euro dalla Fondazione Peppino Vismara).

    Il Bando è rivolto alle organizzazioni del Terzo Settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia le quali possono presentare proposte di valorizzazione di beni confiscati già assegnati, prevedendo l’avvio di nuove attività di economia sociale. I progetti dovranno rendere il bene confiscato un “patrimonio collettivo”, occasione di sviluppo sociale ed economico del territorio, coinvolgendo attivamente la comunità locale.

    “L’esperienza ci insegna che l’impatto di un bene confiscato valorizzato va oltre l’aspetto simbolico, seppur importante, legato al riscatto della comunità dal potere mafioso– dichiara Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD. Se i beni vengono realmente trasformati in ‘produttori’ di valore sociale, con azioni collettive e anche attività economiche sostenibili, possono essere considerati occasioni di sviluppo locale. Partendo dalla riappropriazione di un ‘bene comune’ – sottolinea Borgomeo – è possibile costruire percorsi di coesione e inclusione sociale, iniziative di economia civile, capaci di generare una ritrovata fiducia nel territorio e alternative credibili alle econome e alle logiche criminali”.

    “La Fondazione Peppino Vismara partecipa per la seconda volta al Bando per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità in collaborazione con la Fondazione con il Sud, nella convinzione che il contrasto alla criminalità e l’educazione alla legalità che passano attraverso il recupero per fini sociali dei beni confiscati, siano essenziali per il rilancio del Paese – dichiara Paolo Morerio, presidente della Fondazione Peppino Vismara. La risposta al fenomeno mafioso proposta dal mondo non profit attraverso l’uso dei beni confiscati per la crescita della comunità, è insieme una risposta di economia civile e di rinascita culturale che rappresenta un investimento di grande qualità per il riscatto delle comunità locali”.

    In Italia su più di 30 mila beni immobili confiscati, oltre 15 mila sono “destinati”, ovvero già assegnati dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC) agli enti locali. L’82% è localizzato nelle regioni meridionali. Anche per le dimensioni che il fenomeno sta via via assumendo (solo nel 2018 sono stati destinati oltre 1.700 immobili nelle regioni del Sud), i beni confiscati possono costituire una grande opportunità per il consolidamento e lo sviluppo di iniziative di imprenditorialità sociale, su cui costruire modelli socio-economici alternativi e liberi dalle mafie. 

    La destinazione dei beni confiscati a usi sociali e di pubblica utilità può, e deve, riuscire a produrre effetti importanti sui territori del Mezzogiorno: dalla creazione di lavoro e occupazione, alla riaffermazione del valore etico e civico derivante dalla riappropriazione da parte delle comunità di ciò che le è stato sottratto con la violenza, dal contrasto al disagio sociale e all’emarginazione, al sostegno di minori, famiglie svantaggiate, anziani e tossicodipendenti. I beni confiscati possono, inoltre, contribuire all’integrazione della popolazione immigrata, che, spesso, in aree a forte infiltrazione mafiosa, è vittima del caporalato delle mafie locali.

    Con le prime tre edizioni del Bando – 2010, 2013 e 2016, quest’ultima in collaborazione con la Fondazione Peppino Vismara – la Fondazione CON IL SUD ha sostenuto 39 progetti con circa 14 milioni di euro.

    Il Bando è aperto a partnership composte da tre o più organizzazioni, almeno due delle quali appartenenti al mondo del Terzo Settore. Nei progetti potranno essere coinvolti, inoltre, il mondo economico, quello delle istituzioni, delle università e della ricerca. I partenariati dovranno dimostrare l’effettiva disponibilità del bene confiscato per almeno 10 anni dalla data di scadenza del bando.

    Il Bando, pubblicato al seguente link https://www.fondazioneconilsud.it/bando/bando-beni-confiscati-2019/, scade il 22 maggio 2019 e prevede la presentazione delle proposte esclusivamente online tramite la piattaforma Chàiros.

    Saranno valutate positivamente le proposte che prevedano, tra le altre azioni: un’efficace strategia di promozione e di sostegno della legalità nei territori; il coinvolgimento attivo della comunità locale, con l’obiettivo di sviluppare un senso di riappropriazione comunitario del bene; la sostenibilità nel tempo degli interventi, in termini di capacità di generare o raccogliere risorse per garantire la continuità delle azioni proposte.

  • Funder35: le 7 imprese culturali del Sud che accedono alla community

    Funder35: le 7 imprese culturali del Sud che accedono alla community – Fondazioneconilsud.it






















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    Funder35: le 7 imprese culturali del Sud che accedono alla community

    ROMA – 8 Marzo 2019

    Logo Funder35
    Logo Funder35

    Si è conclusa la call promossa dalla Fondazione CON IL SUD per individuare 7 nuove imprese culturali non profit meridionali, composte prevalentemente da giovani sotto i 35 anni, da inserire nella comunità di buone pratiche di Funder35.

    Accedono a Funder35:

    • Associazione culturale musicale I Filarmonici di Benevento, Benevento
    • Associazione culturale Picentini Experience, Giffoni Valle Piana (Sa)
    • Associazione culturale Vico Quarto Mazzini, Terlizzi (Ba)
    • Associazione di promozione sociale 34° Fuso, Corigliano d’Otranto (Le)
    • Associazione culturale La Guarimba, Amantea (Cs)
    • Associazione culturale Tdf Mediterranea, San Cesario di Lecce (Le)
    • Cooperativa sociale Parco Uditore, Palermo

    La call prevedeva l’accesso di una organizzazione per regione. L’associazione La Guarimba e la cooperativa Parco Uditore hanno guadagnato l’accesso diretto alla community di Funder35 perchè uniche ammesse per Calabria e Sicilia. Le altre organizzazioni, secondo quanto previsto dalla call, sono state scelte dagli utenti di Facebook tra 7 imprese culturali (4 pugliesi e 3 campane), che hanno superato la fase preliminare della verifica dei requisiti richiesti.

    Le votazioni online, aperte dal 27 febbraio all’8 marzo sulla fanpage della Fondazione, hanno raggiunto complessivamente circa 6.000 reazioni tra “mi piace” o “love” espressi dagli utenti all’immagine dell’impresa culturale preferita.

    Questa modalità ha attivato un processo partecipativo, premiando le organizzazioni in grado di mobilitare più efficacemente sul web le comunità di riferimento. I risultati delle votazioni sono stati i seguenti:

    • Associazione Tdf Mediterranea, Lecce, Puglia, 1.426 reazioni 
    • Associazione I Filarmonici di Benevento, Benevento, Campania, 1.118 reazioni
    • Associazione Picentini Experience, Giffoni Valle Piana (Sa), Campania, 839 reazioni
    • Associazione Vico Quarto Mazzini, Terlizzi (Ba), Puglia, 833 reazioni
    • Associazione  34° Fuso, Corigliano d’Otranto (Le), Puglia, 786 reazioni

    L’Associazione di promozione sociale Sinapsi Produzioni Partecipate (Bari, Puglia) ha totalizzato 776 reazioni, mentre l’Associazione Kairos (Napoli, Campania) ha totalizzato 20 reazioni.

    Entrando nella comunità di Funder35, composta da 300 imprese culturali selezionate in tutta Italia dal 2012 ad oggi, le organizzazioni potranno usufruire di importanti e significative opportunità di crescita e formazione.

    Funder35 è una iniziativa nata nel 2012 da un’idea della Commissione per le Attività e i Beni Culturali dell’Acri – l’associazione delle Fondazioni ed è promossa da 18 fondazioni di origine bancaria e dalla Fondazione CON IL SUD. Info su www.funder35.it

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  • A scuola di pari opportunità

    A scuola di pari opportunità

    AVELLINO – 8 Marzo 2019

    Foto dall'iniziativa "Dagli stereotipi ai puzzle di genere"
    Foto dall’iniziativa “Dagli stereotipi ai puzzle di genere”

    lI progetto BE HELP-IS attraverso azioni riservate alla prevenzione nelle scuole dei diversi ordini e gradi, vuole contribuire alla costruzione di percorsi relazionali alternativi che valorizzino le differenze di genere e le pari opportunità, sfruttando la naturale curiosità e la voglia di sperimentare dei bambini nell’incontro con l’altro.

    Nella scuole primarie è partito il progetto “Diversi sì, ma tutti uguali” di educazione alle pari opportunità, che coinvolge alunni, insegnanti e genitori.

    Nella prima fase, circa 90 alunni delle classi prime di una delle scuole primarie coinvolte nel progetto, stanno sperimentando l’origine degli stereotipi, il confronto sui diversi punti di vista e il rispetto reciproco nella relazione tra uomini e donne, attraverso attività laboratoriali. Negli incontri svolti fino ad ora, i bambini sono stati molto accoglienti, interessati e curiosi, hanno posto domande, fatto osservazioni simpatiche ma significative, partecipando volentieri alle attività proposte, come circle time, simulate e giochi guidati. Dalla condivisione, in classe, sono emersi alcuni stereotipi di genere legati, ad esempio, al mondo dei giocattoli e dei mestieri, ma gli stessi bambini hanno dimostrato una grande capacità di andare oltre, sviluppando una familiarità con le tematiche trattate, attraverso un’attenta valorizzazione delle pari opportunità nei compiti e nei ruoli di tutti i giorni.

    Contemporaneamente il percorso vede coinvolti anche i genitori e gli insegnanti e anche per loro sono stati già realizzati i primi incontri. Gli insegnanti si sono da subito messi in gioco sia durante gli incontri di classe sia nei momenti riservati esclusivamente a loro, in un percorso di ricerca-azione con l’obiettivo di produrre e testare modelli sperimentali da poter riproporre anche per gli anni successivi. Mentre ai genitori è stato riservato un primo appuntamento conoscitivo e informativo riguardo al percorso che svolgeranno i loro figli, e seguiranno altri due incontri di approfondimento collegati alle attività proposte ai bambini.

    Attraverso il contesto scolastico è, dunque, possibile promuovere una cultura di genere capace di valorizzare le differenze tra il maschile e il femminile, educando bambine e bambini ad una relazione autentica e positiva sperimentando l’incontro con l’altro come occasione di apprendimento e confronto reciproco.

    Il progetto “Dagli stereotipi ai puzzle di genere“, attività di sensibilizzazione e prevenzione della violenza e degli stereotipi di genere nelle scuole secondarie di primo grado, viene invece proposto alle classi terze delle scuole medie inferiori, attraverso interventi psicoeducazionali che si propongono di aprire una discussione con i ragazzi e le ragazze sugli stereotipi di genere tra maschi e femmine, attraverso modalità interattive e laboratoriali.

    Sin dall’inizio si è creato un clima piacevole ed accogliente, adatto ad instaurare un confronto, un dialogo aperto e spontaneo, per far emergere e condividere opinioni e stereotipi personali. I ragazzi hanno avuto la possibilità di confrontarsi tra loro sulla rappresentazione sociale che hanno degli stereotipi di genere e informarsi ponendo quesiti alle relatrici, nella maggior parte dei casi in maniera spontanea. Attraverso un breve questionario si è cercato di acquisire informazioni sul radicamento di alcuni stereotipi di genere nei ragazzi/e di 13 anni e se abbiano annullato o meno le caratteristiche tipicamente maschili e femminili.

    Il contatto diretto con i ragazzi/e delle classi terze medie ha ribaltato le aspettative degli operatori coinvolti: ai ragazzi/e di 13 anni non erano completamente chiari i vari aspetti della violenza di genere, la maggior parte di loro, pur avendo le idee abbastanza chiare su violenza fisica, psicologia e sessuale e sulla pratica dello stalking, non era a conoscenza né della violenza economica, né di quella assistita. In merito a quest’ultima alcuni hanno avanzato domande come “Vuol dire che un vicino di casa assiste alla violenza?” e, quando è stato spiegato loro il vero significato, sono seguiti alcuni attimi di riflessione e purtroppo qualcuno ha riportato la propria esperienza ponendo anche numerose domane proprio perché coinvolto personalmente. Uno dei risultati raggiunti è stato, dunque, proprio quello di dare una definizione a ciò che alcuni di loro, magari inconsapevolmente, vivono tra le mura domestiche, rendendoli maggiormente informati sull’esistenza di altre forme di violenza, oltre a quelle da loro conosciute, e sulla possibilità di chiedere aiuto ai Cav.

    L’articolo completo è disponibile sul blog di progetto su www.esperienzeconilsud.it/behelpis/

  • Il bene torna comune: selezionati 7 progetti

    ROMA – 5 Marzo 2019

    Sette iniziative, sostenute con circa 3,5 MLN di euro, per valorizzare altrettanti beni culturali inutilizzati al Sud.

    FIRENZE – 25 Febbraio 2019

    Nasce una rete nazionale per la gestione dal basso del patrimonio culturale.

    MILANO – 21 Febbraio 2019

    Tre giorni di musica, incontri, proiezioni per approfondire il rapporto tra cultura e impegno civile, parlare di legalità e del contributo che tutta la società può dare nella lotta contro le mafie.

    ROMA – 20 Febbraio 2019

    Si comunica che la Fondazione ha usufruito di un finanziamento destinato alla formazione dei propri dipendenti.

    ROMA – 13 Febbraio 2019

    La selezione delle risorse da inserire nell’ufficio comunicazione e attività istituzionali si è conlusa.

    ROMA – 5 Febbraio 2019

    Tre idee per rivitalizzare il carretto siciliano, il mandolino napoletano e il fiocco leccese. A disposizione 800 mila euro.

    ROMA – 4 Febbraio 2019

    Torna il programma di formazione per gli Enti di Terzo Settore delle regioni del Sud Italia. Iscrizioni entro il 28 febbraio.

    TARANTO – 4 Febbraio 2019

    Torna l’appuntamento nazionale per confrontarsi sui casi, i progetti, le storie, i prodotti di prossimità che animano il Paese.

    ROMA – 31 Gennaio 2019

    Apriamo la community a 7 nuove imprese culturali non profit del Sud Italia. Non occorre presentare idee o progetti. Scade il 15 febbraio.

    ROMA – 30 Gennaio 2019

    Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale una delegazione del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

    ROMA – 16 Gennaio 2019

    Il 16, 23 e 30 gennaio l’assistenza telefonica non sarà disponibile.

    MONSERRATO (CA) – 21 Dicembre 2018

    L’esperienza dell’associazione culturale Is Mascareddas è esemplificativa delle difficoltà di chi vuole portare avanti un progetto culturale di respiro sociale e comunitario. Per fortuna, la tenacia non manca, come racconta l’organizzatore Marco Fanari.

    ROMA – 20 Dicembre 2018

    Sostenuti con 3.200.000 euro, i progetti favoriranno l’autonomia di vita dei minori e giovani stranieri che arrivano in Italia soli.

    ROMA – 19 Dicembre 2018

    Un racconto fotografico del nostro Sud attraverso istantanee del cambiamento: avvenuto, in corso, sperato.

    ROMA – 17 Dicembre 2018

    Martedì 18 dicembre l’assistenza telefonica non sarà disponibile.

    ROMA – 11 Dicembre 2018

    Cibo e accessori dal Sud e dal mondo del sociale: abbiamo selezionato per voi alcune idee per i regali di Natale.

  • Welfare, che impresa!

    Welfare, che impresa!

    MILANO – 27 Febbraio 2019

    Welfare, che impresa - terza edizione
    Welfare, che impresa – terza edizione

    STARTUP: FINO A 300 MILA EURO PER I MIGLIORI PROGETTI DI WELFARE DI COMUNITÀ

    Al via la Terza Edizione di Welfare, che Impresa!

    Ripensare il sistema di Welfare sperimentando nuovi servizi capaci di rigenerare il tessuto sociale, questa è la sfida che viene lanciata anche quest’anno con la terza edizione del concorso per idee “Welfare, che impresa!”. Le Startup sociali – già costituite o da costituire – sono chiamate a presentare progetti innovativi orientati a favorire la coesione,  lo sviluppo sociale e il fare rete.

    Lo scenario

    I cambiamenti demografici, sociali e culturali che hanno interessato il Paese negli ultimi anni, hanno determinato la necessità di ripensare il sistema di welfare, per renderlo capace di garantire le condizioni di un benessere non solo economico, ma anche sociale. In questo scenario le imprese sociali, organizzate secondo una pluralità di nuovi modelli, possono fornire un contributo importante al benessere generale della società.

    Il bando

    Il concorso “Welfare, che Impresa!” è promosso da Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Bracco, Fondazione Snam e UBI Banca, a cui si unisce quest’anno Fondazione CON IL SUD. È confermato anche per questa edizione il contributo scientifico di AICCON e del Politecnico di Milano – Tiresia, e la partnership tecnica degli incubatori PoliHubSocialFare e Campania NewSteel, a cui si aggiungono Hubble-Acceleration Program e G- Factor, novità del 2019. Il concorso premierà i quattro migliori progetti nei seguenti ambiti: agricoltura sociale; valorizzazione e cura del patrimonio culturale, paesaggistico e dell’ambiente; servizi alla persona e – per la prima volta – circular economy. I progetti dovranno generare impatto sociale e occupazionale, avere una connotazione fortemente tecnologica, creare rete sul territorio, essere scalabili, replicabili ed economicamente sostenibili.

    Ciascuno dei quattro progetti vincitori riceverà 20.000 euro, 4 mesi di incubazione/accelerazione presso uno degli incubatori partner, per un valore complessivo di 5.000 euro, e 50.000 euro di finanziamento a tasso zero. Elemento distintivo della terza edizione è la presenza di incubatori distribuiti su tutto il territorio nazionale, che consentirà  ai vincitori di scegliere al meglio il percorso di incubazione/accelerazione più adatto alle proprie esigenze. 

    Novità importante di quest’anno è l’apertura della call anche alle Startup sociali non ancora costituite, le quali avranno 6 mesi di tempo a partire dalla selezione dei progetti vincitori per formalizzare la costituzione. Inoltre, nella prospettiva di rendere il concorso inclusivo e attrattivo per tutti i soggetti interessati alle tematiche del Terzo Settore, la partecipazione è estesa a tutti i candidati, senza limiti di età.

    Le idee progettuali possono essere inviate fino al 18 aprile 2019. Per leggere il bando completo: welfarecheimpresa.ideatre60.it

    Come sottolinea Diego Visconti, Presidente di Fondazione Italiana Accenturein questa Terza Edizione abbiamo introdotto importanti novità volte ad estendere la partecipazione al concorso non solo ai soggetti già attivi nel Terzo Settore, ma anche agli imprenditori sociali del futuro. Il concorso inoltre rafforza la propria presenza su tutto il territorio italiano grazie ad una rete sempre più estesa di promotori e incubatori che insieme intendono contribuire all’innovazione del welfare di comunità.”

    “E’ un’iniziativa a cui teniamo molto perché si rivolge a giovani imprenditori che pongono al centro della propria idea di impresa il welfare di comunità” – afferma Diana Bracco Presidente di Fondazione Bracco, che investe ogni anno con il progetto Diventerò importanti risorse a favore della formazione delle nuove generazioni. “Sono convinta che i giovani, grazie alla loro creatività e al loro spirito innovativo, sapranno trovare nuove soluzioni capaci di ridisegnare il futuro”.

    Marco Alverà, Amministratore delegato di Snam e vice presidente di Fondazione Snam, ha dichiarato: “Siamo molto legati a Welfare, che impresa! in quanto primo progetto sostenuto da Fondazione Snam dopo la sua costituzione, a fine 2017. Quest’anno rinnoviamo il nostro supporto perché si tratta di una iniziativa di grande valore e perfettamente allineata alla nostra missione, per la sua capacità di coniugare innovazione, imprenditoria giovanile e sociale. Con questo e i tanti altri progetti che stiamo lanciando in tutta Italia vogliamo creare nuove opportunità di sviluppo sociale nelle comunità nelle quali operiamo”.

    “‘Welfare che impresa!’ testimonia ancora una volta il ruolo di UBI a supporto dell’imprenditorialità sociale” – afferma Victor Massiah, CEO di UBI Banca – “Tra i suoi punti di forza c’è senza dubbio il fatto di unire diversi strumenti di sostegno alle imprese vincitrici, con interventi che spaziano dal finanziamento a tasso zero erogato da UBI Banca a servizi di capacity building e accelerazione d’impresa”.

    L’innovazione sociale è fondamentale per favorire lo sviluppo locale al Sud. Agricoltura sociale, servizi alla persona, valorizzazione e cura del patrimonio culturale e paesaggistico sono ambiti nei quali crediamo molto” – ha dichiarato Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione CON IL SUD. “Per questa ragione abbiamo accettato con entusiasmo l’invito a diventare partner dell’iniziativa e sostenerla, anche per offrire un’opportunità in più ai giovani e alle organizzazioni che vivono e operano nelle regioni meridionali e che credono nel loro futuro”.

    Il concorso in un video:

  • Funder35 – aperte le votazioni online

    Funder35 – aperte le votazioni online – Fondazioneconilsud.it






















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    Funder35 – aperte le votazioni online

    ROMA – 27 Febbraio 2019

    Logo Funder35
    Logo Funder35

    Si avvia alla conclusione la call promossa dalla Fondazione CON IL SUD per individuare 7 nuove imprese culturali non profit meridionali, composte prevalentemente da giovani sotto i 35 anni, da inserire nella comunità di pratiche di Funder35.

    Su 17 candidature pervenute, 9 soddisfano i requisiti richiesti:

    • Associazione Culturale La Guarimba, Amantea (Cs), Calabria
    • Associazione Culturale Musicale I Filarmonici di Benevento, Benevento, Campania
    • Associazione Culturale Picentini Experience, Giffoni Valle Piana (Sa), Campania
    • Associazione Culturale Vico Quarto Mazzini, Terlizzi (Ba), Puglia
    • Associazione di promozione sociale 34° Fuso, Corigliano d’Otranto (Le), Puglia
    • Associazione di Promozione Sociale Sinapsi Produzioni Partecipate, Bari, Puglia
    • Associazione Kairos, Napoli, Campania
    • Associazione Tdf Mediterranea, Lecce, Puglia
    • Cooperativa Sociale Parco Uditore, Palermo, Sicilia

    La call prevedeva l’accesso di una organizzazione per regione. L’associazione La Guarimba e la cooperativa Parco Uditore, uniche ammesse per Calabria e Sicilia, accedono direttamente alla community di Funder35. Le altre 5 saranno scelte dagli utenti di Facebook tra le restanti 7 imprese culturali (4 pugliesi e 3 campane).

    Le votazioni online resteranno aperte fino alle 16:30 dell’8 marzo sulla fanpage della Fondazione. La preferenza deve essere espressa tramite “mi piace” o “love” alle foto pubblicate dalla Fondazione, ovvero all’immagine dell’impresa culturale preferita.

    Questa modalità, oltre ad attivare un processo partecipativo, premierà le organizzazioni in grado di mobilitare più efficacemente sul web le comunità di riferimento.

     Entrando nella comunità di Funder35, composta da 300 imprese culturali selezionate in tutta Italia dal 2012 ad oggi, le organizzazioni potranno usufruire di importanti e significative opportunità di crescita e formazione.

    Funder35 è una iniziativa nata nel 2012 da un’idea della Commissione per le Attività e i Beni Culturali dell’Acri – l’associazione delle Fondazioni ed è promossa da 18 fondazioni di origine bancaria e dalla Fondazione CON IL SUD. Info su www.funder35.it

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  • Luna Laboratorio Rurale

    Luna Laboratorio Rurale

    LECCE – 22 Febbraio 2019

    Foto dalla pagina Facebook LUNA_Laboratorio rurale
    Foto dalla pagina Facebook LUNA_Laboratorio rurale

    Se pensassimo ad ogni piccolo passo della nostra esistenza come a qualcosa da seminare, forse capiremmo che il segreto è tutto qua. Punteremmo certamente ai frutti e alla sostanza della semina, ma scopriremmo anche di aver imparato molte cose durante. L’agricoltura sociale può aiutarci molto in questo.

    Basterebbe recuperare un po’ di stupore. E potremmo trovarlo in tutti quei piccoli gesti che anticipano la messa a coltura e che, tra l’altro, danno un senso alla stessa: il recupero di prodotti agricoli, la ricostruzione di una memoria storica e di un’identità rurale, la diffusione di una filosofia basata sulla filiera corta, come scelta di consumo e valorizzazione di un territorio.

    Luna laboratorio rurale, grazie al bando “Terre colte” promosso dalla Fondazione CON IL SUD e Enel Cuore Onlus, punta proprio a dare nuovo smalto al patrimonio agricolo intravedendo delle possibilità: una leva economico-occupazionale per i più giovani, un turismo meno “confezionato”. Ma in che modo Luna laboratorio rurale metterà a coltura questo suo progetto di agricoltura sociale? Ve lo raccontiamo subito, non senza fare qualche piccolo cenno storico.

    Recupero delle colture locali – memoria storica e sentimento

    Luna nasce nel 2014 per volere di un’associazione al femminile, Itaca Onlus, che rileva una struttura abbandonata in contrada Luna (Galatone-Seclì) e vi fonda un laboratorio rurale. L’intento è di dare nuova centralità alle zone extraurbane (periferie rurali) e all’agricoltura, di ricostruire una comunità rurale, consapevole e attenta ai prodotti tipici della sua terra. Tutto parte con il coinvolgimento di un gruppo di volontari che, in effetti, rivedono in Luna la risposta ad un loro bisogno oggettivo: la creazione di una piazza verde, alternativa a quelle cittadine, spesso spopolate, dove le persone possano incontrarsi e condividere progetti e visioni. Così, proprio i volontari sono diventati soci attivi e hanno dato un contributo importante alla definizione di uno spazio interculturale e partecipato dove fare: semine collettive, cinema open air, attività culturali per grandi e piccini, cene sociali ispirate al concetto del social eating, dibattiti intorno all’”agricultura”.

    Il bando “Terre colte”, quindi, è statao una grande opportunità per Luna: permetterà di dare nuovo vigore e struttura a una serie di progetti, in parte avviati, e ad altri tenuti in serbo. In primis il recupero di tre colture tradizionali principali, che sono memoria storica di una comunità e moto sentimentale per molti:

    albicocca di Galatone, già riconosciuto come presidio “slow food”. Si tratta di un tipo di albicocca piccola come una gemma e molto gustosa. Portare in tavola le “arnacocche di Calatune” è, oggi, un lusso: sono presenti pochi alberi con questa preziosa razza di albicocche. Luna intende recuperare il prodotto rendendolo più facilmente reperibile.
    zafferano, spezia presente nei testi di Antonio De Ferraris detto “Il Galateo” , che affondano nella memoria del territorio salentino. Proprio questo prodotto è stato oggetto di un progetto “zafferano di comunità” teso a coinvolgere la cittadinanza nel recupero di un’antica coltura tramite la sua diffusione negli appezzamenti privati, nei giardini, nelle pietanze e nelle ricette dei ristoratori locali (eventi “Giallo in zafferano“).
    • anche il miele ricorre nel novero dei prodotti storici e identitari locali. A tal proposito, Luna coinvolgerà un’azienda salentina nella promozione della cultura apistica e nella semina di una pianta come la facelia che, oltre ad avere proprietà miglioratrici del terreno, è anche una pianta mellifera.

    Agricoltura sociale è (anche) opportunità di lavoro

    Con il bando “Terre colte” Luna laboratorio rurale torna a far leva sull’agricoltura, smarcando molti preconcetti e ideologie spicciole che qualificano negativamente il contadino: uomo della terra, con scarsa o assente istruzione. Per generazioni le persone del Sud sono state etichettate come “terroni” e se questo diventasse il nostro VALORE AGGIUNTO?

    In qualità di laboratorio rurale, Luna intende avvicinare i giovani e i disoccupati dando loro l’opportunità di fare pratica di agricoltura e aiutandoli a portare in campo progetti innovativi e potenzialmente interessanti per il territorio. Per questo, Luna grazie a “Terre colte” (bando promosso da Fondazione CON IL SUD e Enel Cuore Onlus) istituirà un fondo progetti, una sorta di micro-credito, con il quale sostenere progetti agricoli innovativi, almeno nella fase di avviamento, soprattutto se sono valevoli di un’opportunità.

    Inoltre, Luna metterà a disposizione la sua esperienza per affiancare gli innovatori agricoli nella messa a punto dell’idea, nella progettazione, pianificazione e nelle fasi attuative. È anche così che l’agricoltura diventa sociale: quando ha ricadute positive sul territorio creando opportunità lavorative e formative per coloro che sono interessati ad intraprendere la via agricola.

    Il progetto si dipana su più fronti e acquisisce anche una traduzione di stampo turistico-esperienziale. Occorre creare una proposta alternativa, una narrazione autentica e fedele, che racconti semplicemente un territorio, la sua vocazione agricola, oggi oggetto di una riscoperta. Per questo, Luna promuoverà lunghe passeggiate in campagna facendole coincidere anche con le semine e le raccolte collettive. Oltre a questo, saranno promossi vari eventi culturali e gastronomici tra Galatone e Seclì per la valorizzazione dei prodotti di comunità.

    “Terre colte” non è solo il nome del bando di Fondazione CON IL SUD ma è molto di più, è un atto rivoluzionario, un cambio di registro davvero importante. Luna è fiera di fare la sua parte per la messa a coltura tra Galatone e Seclì.

    L’articolo completo è disponibile suil blog di progetto su www.esperienzeconilsud.it