La luce dentro sui canali TV della Camera dei Deputati
19 Novembre 2020
Il 20 novembre 2020, in occasione della Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la Camera dei deputati, attraverso i suoi canali TV, manderà in onda “La luce dentro“, il documentario per la regia di Luciano Toriello, prodotto da Apulia Film Commission e Fondazione CON IL SUD.
“La luce dentro” affronta il delicato tema della genitorialità vissuta dietro le sbarre, proponendosi come una delicata riflessione intorno alle esigenze affettive ed educative dei bambini figli di padri detenuti, nonché del desiderio di riscatto e cambiamento di questi ultimi. Il film sarà in programmazione sul canale satellitare Sky 524 della Camera dei deputati e sulla web tv della Camera dei deputati dal 20 al 22 novembre. Di seguito il programma con gli orari:
Il film di Luciano Toriello è uno dei dieci titoli prodotti da Fondazione CON IL SUD e Apulia Film Commission nell’ambito del Social Film Fund Con il Sud, il bando che unisce il mondo del cinema e quello del Terzo settore per proporre un racconto del Sud Italia attraverso i fenomeni sociali che lo caratterizzano.
Girato – tra l’altro – tra le mura della Casa Circondariale di Lucera, “La luce dentro” è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Lavori in Corso e con Paidòs ONLUS, preziose realtà del Terzo Settore attive sul territorio di Lucera e della Provincia di Foggia, ogni giorno al fianco dei detenuti e delle loro famiglie.
La luce dentro è stato proiettato in anteprima assoluta lo scorso 20 febbraio proprio alla Camera dei Deputati a Roma, all’interno della nuova aula del Palazzo dei gruppi parlamentari, alla presenza di alcuni deputati, della Presidente dell’Apulia Film Commission Simonetta Dellomonaco e del Presidente della Fondazione CON IL SUD Carlo Borgomeo e dei protagonisti del film, in particolare Mario Battista, che ha voluto ringraziare i promotori dell’iniziativa e le persone presenti in sala con una lettera: una riflessione quantomai autentica sull’essere genitore in carcere, che è possibile rileggere su Con_magazine.it.
Il video della presentazione è disponibile sul canale Youtube della Fondazione CON IL SUD al seguente link, di seguito invece il trailer del film
Povertà educativa e Covid: la percezione degli italiani
18 Novembre 2020
A pagare il prezzo degli effetti a lungo termine dell’emergenza Coronavirus saranno i più piccoli: ne sono convinti oggi i due terzi degli italiani. Con le limitazioni imposte dall’urgenza sanitaria di contenere la pandemia e con la sospensione traumatica della continuità scolastica, gli spazi fisici e prospettici, ma anche le risorse materiali e immateriali intorno ai minori si sono drasticamente ridotte: molto alto si profila il costo sociale ed evolutivo imposto ai minori dal Covid-19. Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine condotta dall’Istituto Demopolis, per l’impresa sociale Con i Bambini, società senza scopo di lucro nata per attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile in Italia.
Rivedi la presentazione del report con Carlo Borgomeo, Presidente di Con i Bambini; Stefano Buffagni, Presidente del Comitato di Indirizzo Strategico del Fondo; Francesco Profumo, Presidente di Acri; Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore.
“La pandemia ha aggravato ancora di più le disuguaglianze nel nostro Paese – ha spiegato Francesco Profumo presidente di Acri – Su tutte, quella innescata dalla povertà educativa minorile, che condanna i nostri concittadini più giovani sin dai primi anni della loro vita. Se un ragazzo o una ragazza era a rischio di abbandono scolastico prima della pandemia, lo è ancora di più oggi, con la chiusura delle scuole e soprattutto delle attività extra-scolastiche. Negare l’accesso all’educazione significa negare in futuro il diritto a una vita dignitosa. Di questo gli italiani sono consapevoli, come dimostra l’indagine di Demopolis: due terzi degli intervistati sono convinti che a pagare gli effetti a lungo termine dell’emergenza saranno proprio i più piccoli. Per questo, il lavoro del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile è ancora più cruciale oggi di quanto lo sia mai stato e per questo è fondamentale promuovere la continuità degli interventi ritenuti più promettenti e offrire evidenze e indicazioni utili per progettare ampie politiche strutturali permanenti di contrasto della povertà educativa”
In vista della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre, la ricerca focalizza l’impatto sui più giovani della crisi pandemica ed analizza le percezioni dell’opinione pubblica sul più ampio tema della povertà educativa minorile, individuando un’urgenza confermata in tutti gli snodi dell’indagine: è proprio questo il momento in cui restituire rilevanza sociale e centralità ai più piccoli, come risorsa della comunità intera. Oggi, pensando ai bambini e agli adolescenti in Italia le preoccupazioni dichiarate dai cittadini rivelano lo sguardo “adulto” dell’opinione pubblica sulle dinamiche minorili: il 73% cita lo scarso apprendimento scolastico, preoccupazione cresciuta significativamente (+20 punti) rispetto alla precedente rilevazione dello scorso anno, anche in ragione della prolungata chiusura delle scuole. Il 69% stigmatizza la dipendenza da smartphone e tablet, dispositivi che hanno vissuto processi di ulteriore “sdoganamento”, fino ad essere a disposizione anche dei bambini più piccoli, con l’affermazione della didattica a distanza.
Quasi i due terzi degli italiani, intervistati da Demopolis per Con i Bambini, citano il rischio di isolamento e di riduzione della vita sociale a causa del Covid. Considerando – in termini generali – le principali apprensioni relative ai minori, meno della metà del campione focalizza l’impatto più fragoroso e già misurabile dell’epidemia da Coronavirus: le crescenti disuguaglianze e la marginalizzazione (49%), nonché la riduzione degli stimoli nella crescita, a seguito dell’emergenza Covid (47%).
A causa dell’emergenza sanitaria gli italiani segnalano il peso crescente delle disuguaglianze fra i minori: il 72% ritiene che siano aumentate nell’ultimo anno, mentre solo un quinto non individua variazioni rispetto al 2019. Con il Covid, nella percezione dei cittadini, alcuni problemi sono emersi o si sono aggravati a carico dei più piccoli: in prima istanza, 6 cittadini su 10 citano le conseguenze dell’incremento della povertà materiale in molte famiglie, ma anche l’esclusione dei più fragili (poveri, disabili, figli di genitori stranieri). La maggioranza assoluta cita anche la regressione degli apprendimenti e del metodo di studio (55%) e le disuguaglianze nell’accesso a dispositivi informatici ed a connessioni adeguate (53%). Di contro, poco meno della metà individua la problematicità di una delle conseguenze della didattica a distanza: l’eccesso di digitalizzazione dei minori, che trascorrono troppo tempo su smartphone e dispositivi assimilabili (48%). Più di 4 su 10 mettono in evidenza i rischi di isolamento dalla vita sociale o di abbandono scolastico dei minori. È infine del 36% la percentuale degli italiani che, fra i problemi a carico dei più piccoli, emersi o aggravati dalla pandemia, segnala la riduzione degli stimoli esterni alla scuola
QUANTO PESA LA SCUOLA
Gli italiani restano convinti che le opportunità dell’istruzione non siano oggi garantite equamente per tutti nel nostro Paese: per il 65% lo sono, ma con livelli di qualità differenti, e con forti divari, anche in seno ai medesimi contesti regionali e urbani. Il 23% dichiara che siano garantiti solo per alcuni. Appena il 9% crede che la scuola italiana garantisca oggi opportunità equamente per tutti. E l’emergenza da Covid-19 è stata un’aggravante pesantissima sulle dinamiche di una scuola disuguale. È minoritaria, del 43%, la quota di intervistati che plaude a quanto è riuscita a fare la scuola, nella primavera scorsa, in pieno lockdown, per garantire parità di accesso a tutti gli studenti con la modalità a distanza, in lezioni, contatti con gli insegnanti, dimensioni di apprendimento. Ma il 49% è di parere opposto. Del resto, gli italiani hanno scoperto le asperità della didattica a distanza (DAD), anche nei casi in cui non fossero direttamente interessati: il 54% ha sentito, nel proprio contesto familiare o relazionale, di bambini o ragazzi che hanno trovato difficoltà a seguire la DAD nei mesi della primavera pandemica e, nuovamente, in questi giorni di seconda ondata. Quasi 8 genitori su 10 hanno avuto esperienza diretta di DAD, che – nelle testimonianze degli intervistati – è stata vissuta dai figli utilizzando in prevalenza tablet e pc (77%). Ma in una dimensione non residuale di casi (20%) i ragazzi hanno seguito le lezioni e svolto la didattica attraverso un comune smartphone. La mancanza di dispositivi informatici adeguati e di connessioni idonee si è rivelata un problema nel 14% dei casi, dato che cresce al 22% nel Sud e nelle Isole. Ma nell’esperienza degli intervistati, le difficoltà di bambini e ragazzi nel seguire la didattica a distanza sono state, in prevalenza, d’altra natura: principale problema, indicato dal 45%, la scarsa capacità di attenzione nell’apprendimento a distanza, realizzato integralmente nell’ambiente casalingo.
“I dati dell’indagine da una parte ci confortano sull’attenzione che gli italiani pongono al tema della povertà educativa e soprattutto sulla percezione che sia un fenomeno che deve interessare tutti, non solo la scuola e non solo la famiglia, ma l’intera comunità educante – ha sottolineato Carlo Borgomeo, presidente di Con i Bambini – Dall’altra, l’indagine fa emergere anche nella percezione e nel vissuto di genitori, famiglie, associazioni che questa emergenza di fatto sta aumentando una serie di divari già esistenti, sia sociali che territoriali come dimostrano i dati sul Sud”. In questi mesi di pandemia, un vastissimo orizzonte di opportunità, occasioni di crescita, dimensioni relazionali e di apprendimento è stato precluso ai minori. I genitori testimoniano i servizi che più sono mancati ai figli, e che – presumibilmente – continueranno a lungo a mancare. Sette su 10 citano le attività ludiche e ricreative, quella dimensione fertilissima del gioco compromessa dalle apprensioni per la necessaria sicurezza sanitaria. Il 65% ricorda la rinuncia a palestre, centri sportivi ed all’attività motoria necessaria nelle fasi di crescita. Inoltre, il 42% dei genitori intervistati ricorda quanto sia mancata ai figli la partecipazione a laboratori e ad altre attività educative extrascolastiche.
“Una delle questioni più gravi che riguardano bambini e ragazzi di oggi è la mancanza di pari opportunità di accesso ai servizi, e sappiamo come questa emergenza non ha fatto che accrescere alcune povertà e diseguaglianze – ha spiegato Claudia Fiaschi portavoce del Forum del Terzo Settore – Il Terzo settore prova a dare risposte concrete mettendo in campo una grande innovazione sociale, perché nessuno resti indietro. E lo fa sia attraverso l’utilizzo di nuovi spazi, tempi, materiali ed esperienze, ma anche ponendo una forte attenzione ai mutati scenari rispetto ai bisogni sociali, immaginando soluzioni che prevedano la collaborazione tra contesti educativi formali e informali, l’utilizzo delle tecnologie per nuove forme di prossimità, investimenti per l’inclusione sociale e digitale delle famiglie più fragili.”
LA POVERTÀ EDUCATIVA MINORILE
L’Italia del Covid si confronta più marcatamente – suo malgrado – con i fenomeni della povertà educativa minorile. Secondo i dati dell’indagine Demopolis per Con i Bambini, il 53% degli italiani dichiara di averne sentito parlare, con un dato cresciuto di 10 punti nell’ultimo anno; un ulteriore segmento, pari al 26% degli intervistati, ammette di non sapere effettivamente di che cosa si tratti, pur avendone sentito parlare. Nel definire il fenomeno, con una consapevolezza in crescita rispetto ai dati rilevati nel novembre 2019, il 73% degli intervistati identifica la povertà educativa come una questione di limitato accesso ad opportunità di crescita; il 64% cita il rendimento scolastico ed i bassi livelli di apprendimento. Il 17% la povertà materiale.
La consapevolezza dell’opinione pubblica sull’importanza del tema cresce e si afferma. La diffusione della povertà educativa è un fenomeno grave per il 91% degli italiani: molto per il 45%; abbastanza grave per il 46%. “Con le limitazioni imposte dall’urgenza sanitaria e con la sospensione traumatica della continuità scolastica – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – si profila molto alto il costo sociale ed evolutivo imposto ai minori dal Covid-19. A pagare il prezzo degli effetti a lungo termine dell’emergenza Coronavirus saranno i più piccoli: ne sono convinti oggi i due terzi degli italiani. Tra gli effetti del Covid, i cittadini segnalano il peso crescente delle disuguaglianze fra i minori nel nostro Paese: il 72% ritiene che siano ulteriormente aumentate nell’ultimo anno. Serve oggi un’alleanza “con i bambini” per contrastare i danni generazionali della pandemia”.
Il 90% degli italiani ritiene oggi importanti, per lo sviluppo del Paese, le azioni di contrasto alla povertà educativa minorile: il dato, corposissimo in seno al complesso dell’opinione pubblica, si dimostra ancora più marcato nei target speciali oggetto di analisi: cresce, infatti, al 92% fra gli insegnanti ed al 98% fra i rappresentanti del Terzo Settore. Del resto, come confermano i dati della ricerca, l’emergenza Covid-19 ha estremizzato una fragilità come la povertà educativa, ancora da sanare nel Paese. Per il 53% degli intervistati l’azione di contrasto alla povertà educativa è oggi più importante rispetto ad un anno fa.
“L’indagine dimostra chiaramente come l’emergenza Covid non sia esclusivamente sanitaria, ma riguardi tutta la sfera delle vite delle persone – conclude Stefano Buffagni presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo e viceministro al Mise – La povertà educativa minorile viene percepita dagli italiani come una problematica su cui è necessario intervenire, perché le disuguaglianze aumentano e le difficoltà delle famiglie si moltiplicano. L’impegno del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile rinnova il suo impegno, oggi più di prima”.
In questa situazione di emergenza pandemica, per sostenere bambini e ragazzi in Italia, servirebbe innanzi tutto rimuovere gli ostacoli per l’accesso alla didattica a distanza (63%), ma anche un rinnovato impegno degli insegnanti (59%). Il 46% ricorda l’urgenza di intervenire anche rispetto alla povertà materiale delle famiglie. Sebbene più circoscritte, indicazioni preziosissime giungono da un segmento superiore ad un quarto della popolazione. Sostegno, anche a distanza, da parte di educatori ed una maggiore attenzione alle esigenze dei ragazzi, anche nell’informazione e sui media, sono interventi richiesti da 1 intervistato su 3. Il 30% ricorda inoltre come serva l’impegno di tutti per restituire importanza ai diritti di ragazzi e bambini ed il 26% sollecita un accesso esteso alle attività extrascolastiche.
Del resto, se interrogati sul tema, gli italiani concordano sull’urgenza di compensare i danni della scuola in parte chiusa attraverso attività ed esperienze non curriculari. Il 39% sostiene che, rispetto ad un anno fa, con l’emergenza Covid- 19 e la chiusura prolungata delle scuole, gli stimoli extra scolastici nella crescita dei minori siano oggi più importanti, dato che raggiunge il 49% fra i genitori di figli minorenni, e si impenna al 72% fra i rappresentanti del Terzo Settore. La scuola è chiamata alla sfida di andare oltre i fondamentali dell’insegnamento. Ma non può avere l’esclusiva in tema di sviluppo delle nuove generazioni. Secondo l’indagine dell’Istituto Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini, realizzata nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, oggi appena il 28% degli intervistati concorda sull’assunto che la scuola sia l’unica istituzione deputata alla crescita dei ragazzi. Per il 67% degli italiani la responsabilità dei minori è di tutta la comunità, dato che si attestava al 49% nella rilevazione dello scorso anno. Il giudizio sull’attività di Con i Bambini impegnata nell’attuazione dei programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è positivo per il 67%.
Gli italiani e la povertà educativa minorile nell’era covid – Fondazioneconilsud.it
Home › News › Gli italiani e la povertà educativa minorile nell’era covid
Gli italiani e la povertà educativa minorile nell’era covid
16 Novembre 2020
In vista della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il 18 novembre alle ore 15.30 si terrà la presentazione dell’indagine “Gli italiani e la povertà educativa minorile nell’era Covid: vissuti, percezioni, bisogni emergenti dell’opinione pubblica”. La ricerca, realizzata dall’Istituto Demopolis, è stata promossa dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
I risultati dell’indagine saranno presentati dal direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento. Ne discuteranno Carlo Borgomeo, Presidente di Con i Bambini; Stefano Buffagni, Presidente del Comitato di Indirizzo Strategico del Fondo; Francesco Profumo, Presidente di Acri; Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore.
Sarà possibile seguire la presentazione in diretta streaming su www.conibambini.org.
Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. In quattro anni sono stati sostenuti 355 progetti in tutta Italia con oltre 280 milioni di euro, coinvolgendo direttamente più di 6.600 organizzazioni tra Terzo settore, scuole, enti pubblici e privati e interessando quasi mezzo milioni di bambini e ragazzi in difficoltà.
Questo sito prevede l‘utilizzo di cookie. Continuando a navigare si considera accettato il loro utilizzo. Ulteriori informazioniOK
Vita a Sud: l’innovazione sociale raccontata dal Mezzogiorno
5 Novembre 2020
Vita apre una redazione diffusa nel Mezzogiorno. Un progetto editoriale nato dal basso, sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD. Lunedì 9 novembre alle ore 15:30, la presentazione pubblica in diretta sulla pagina Facebook di Vitacon la partecipazione del Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano e del presidente di Fondazione CON IL SUD, Carlo Borgomeo.
L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è cambiare di segno il racconto sul meridione partendo dal sociale, alimentando una narrazione che superi i luoghi comuni. Il Sud rimane costantemente confinato in una condizione di subalternità o di eroismo che non rendono merito a quello che realmente, in alcune aree, il tessuto sociale specie negli ultimi anni è riuscito a generare. Una vitalità che merita di trovare riscontro anche sul piano mediatico e quindi nel dibattito civile e politico del Paese sia a livello centrale, sia a livello locale. Sempre più spesso è proprio a Sud che nascono le esperienze sociali più innovative.
Nel suo editoriale, il presidente Carlo Borgomeo ha sottolineato come al Sud “la presenza e l’iniziativa del Terzo settore sempre più vanno assumendo le caratteristiche di un vero e proprio processo di cambiamento: segnalano che il rafforzamento delle comunità, sui territori, è l’unica strada per innescare processi di sviluppo sostenibili e, quindi, non effimeri, come quelli spesso ‘provocati’ da politiche pubbliche esclusivamente attente a logiche quantitative. Questo processo, che non è certamente facile e che spesso ha un’evoluzione troppo lenta, va sostenuto da una forte e intelligente attività di comunicazione”.
La questione più rilevante, rispetto alla comunicazione relativa al sociale, non è tanto l’aspetto quantitativo, ma l’approccio utilizzato. Spesso si celebra un mondo di buoni con storie bellissime, personaggi eccezionali, risultati inaspettati. Un approccio comunque positivo, che può generare anche comportamenti emulativi, aumentare il numero di filantropi e di donatori. “Il limite, però, è quello di ‘separare’ nella comunicazione il mondo del sociale dalle altre questioni di solito ritenute più importanti ed urgenti – sottolinea Borgomeo – di confermare nella pubblica opinione che le esperienze che porta avanti il Terzo settore possono avere al massimo un carattere di contenimento delle diseguaglianze e di supplenza alle carenze del sistema pubblico, ma non possono orientare le politiche, suggerire modelli, indicare nuove priorità”.
L’iniziativa verrà presentata lunedì 9 novembre in diretta sulla pagina Facebook di Vita. Di seguito il programma:
19 programmi di volontariato per far rinascere le aree interne del Sud Italia
8 Ottobre 2020
Le iniziative, sostenute con oltre 3,3 milioni di euro, permetteranno l’avvio di nuove attività e il rafforzamento di quelle già esistenti nei territori lontani dai servizi essenziali. Coinvolti oltre 100 comuni e 200 organizzazioni di volontariato. Saranno attivati più di 2.600 “nuovi” volontari”.
C’è chi avvierà percorsi di formazione per giovani che lavoreranno come organizzatori di eventi e chi realizzerà in un bene confiscato un centro di servizi socio-educativi e assistenziali per giovani, neet (ragazzi e giovani tra 15 e i 29 anni che non hanno un’occupazione, né sono inseriti in un percorso di istruzione o formazione) e anziani; chi offrirà a persone sottoposte a misure alternative al carcere la possibilità di frequentare laboratori professionalizzanti. E poi c’è chi si occuperà di ripartire dai beni comuni (riqualificando piazze o realizzando parchi giochi con materiali di riciclo, itinerari e proposte turistiche dedicate anche ai disabili), ma anche di offrire servizi come un taxi sociale per chi non è autosufficiente ma deve spostarsi per svolgere le attività quotidiane o come la distribuzione di beni di prima necessità.
Sono solo alcune delle 19 iniziative che saranno finanziate dalla Fondazione CON IL SUD attraverso il Bando Volontariato, promosso con l’obiettivo di rafforzare il ruolo delle “reti locali” di volontariato per contrastare fenomeni di esclusione sociale nelle aree interne del Sud Italia, ovvero nei comuni che, a causa della distanza dai servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità), hanno subìto un graduale processo di isolamento, riduzione demografica e calo dell’occupazione.
I progetti, che saranno finanziati complessivamente con oltre 3,3 milioni di euro (una media di 175 mila euro a iniziativa), coinvolgeranno 107 comuni delle aree interne in tutte le regioni del Sud: 7 iniziative saranno avviate in Sicilia (province di Catania, Trapani, Messina, Caltanissetta, Agrigento, Palermo), 4 in Calabria (province di Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone), 3 in Puglia (province di Taranto, Bari e Lecce), 3 in Campania (province di Avellino e Salerno), 1 in Basilicata (provincia di Potenza) e Sardegna (provincia del Sud Sardegna).
I progetti coinvolgono nelle partnership oltre 200 organizzazioni (tra associazioni, fondazioni, università, scuole, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, società profit, enti pubblici) e prevedono di “attivare” 2.600 nuovi volontari, rivolgendosi a 25.000 persone: soprattutto minori, ma anche anziani, disabili, immigrati, detenuti, e giovani neet .
Se circa il 50% dei comuni italiani è definito ‘area interna’ (4.185 comuni su un totale di 8.092), questa percentuale raggiunge il 70% nel Mezzogiorno (1.472 comuni su 2.116), con la Basilicata al primo posto (96%), seguita da Sardegna (84,4%), Calabria (79%) e Sicilia (74%). Tassi più bassi, e più in linea con la media nazionale, si registrano in Puglia (54%) e Campania (49%).
“Grazie all’impegno costante del volontariato, tanti borghi del nostro Sud che rischiano di spopolarsi e “scomparire” possono avere a disposizione nuovi servizi essenziali, o vedere rafforzati quelli esistenti”. – Ha dichiarato Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione CON IL SUD. “Sono realtà spesso molto piccole, dove sempre di più i giovani ma anche gli anziani non hanno a disposizione i servizi basilari per potersi istruire, potersi spostare, poter crescere, potersi curare o semplicemente poter “vivere” la propria comunità. La scuola, i mezzi di trasporto, i servizi sanitari, la possibilità di usufruire dei beni comuni sono diritti: è indispensabile superare il meccanismo distorto per cui si trasformano in privilegio di pochi. In questo cambiamento tante organizzazioni e tanti volontari hanno un ruolo importantissimo che, soprattutto in alcuni contesti, è davvero fondamentale”.
Venerdì 9 ottobre dalle 10.00 alle 11.30, nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile promosso da Asvis, Con i Bambini organizza l’incontro online
IMPARARE CON I BAMBINI Dall’istruzione di qualità alla “educazione di qualità”. L’importanza della comunità educante
Intervengono:
Enrico Giovannini, Portavoce Asvis; Marco Rossi-Doria, Vicepresidente Con i Bambini; Giovanna Dessì, Associazione Casa Emmaus per il progetto “I giardini possibili” ; Massimo Marino, Presidente ATS Sacro Cuore per il progetto “RiGenerAzioni” . Conclude Stefano Buffagni, Viceministro allo Sviluppo economico e Presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per il contrasto della povertà educativa minori. Modera Sara De Carli, giornalista Vita.
Dal 2016, Con i Bambini seleziona progetti che offrono opportunità di crescita a centinaia di bambini e ragazzi in tutta Italia. Quasi mezzo milione di minori raggiunti con oltre 350 iniziative sostenute grazie al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che si pongono l’obiettivo di fare luce sul futuro dei più piccoli, migliorando l’offerta educativa attraverso percorsi che coinvolgono l’intera “comunità educante” nella crescita e formazione di ogni individuo.
Partendo da queste buone prassi e con la consapevolezza delle evoluzioni imposte dall’emergenza sanitaria oltre che dalle criticità strutturali, l’incontro sarà un’occasione per riflettere sulla necessità di un passaggio da un’istruzione di qualità, dimensione prettamente scolastica, ad un’educazione di qualità, che non si esaurisce con la scuola ma include tutta la comunità educante: organizzazioni di terzo settore, enti pubblici e privati, famiglie, gli stessi ragazzi.
La povertà educativa minorile interessa ancora troppi bambini e ragazzi nel Paese. È un fenomeno multidimensionale, frutto del contesto economico, sanitario, familiare e abitativo, della disponibilità o meno di spazi accessibili, dell’assenza di servizi di cura e tutela dell’infanzia: non è solo legata alle cattive condizioni economiche, ma è povertà di relazioni, isolamento, cattiva alimentazione e scarsa cura della salute, carenza di servizi, di opportunità educative e di apprendimento non formale. La povertà educativa investe anche la dimensione emotiva e quelle della socialità e della capacità di relazionarsi con il mondo. La povertà educativa minorile incide, di fatto, sul futuro del Paese e riguarda dunque anche la dimensione più generale dello sviluppo.
Ecco perché è necessario porre attenzione al tema della povertà educativa, mettere al centro il minore e promuovere il valore della comunità educante. In questa fase di ripartenza, è auspicabile bilanciare l’attenzione dall’hardware (banchi e spazi, per esempio) al software che serve affinché nessun bambino rimanga indietro, e dunque alle persone, alle relazioni e alle opportunità necessarie. Il titolo “Imparare con i bambini”, che rimanda ad un concetto di circolarità del processo di apprendimento, è anche un invito a volgere lo sguardo sull’attuale situazione sociale.
L’incontro sarà trasmesso in streaming sul sito di Con i Bambini www.conibambini.org
Masseria Tagliatelle: accordo per la valorizzazione
2 Ottobre 2020
La Giunta comunale ha approvato l’Accordo di collaborazione tra Comune di Lecce e Fondazione Con il Sud per la valorizzazione di Masseria Tagliatelle nel Parco delle Cave. L’Accordo definisce il percorso di lavoro che porterà alla valorizzazione dell’immobile, da assegnare in gestione attraverso bando pubblico al quale potranno partecipare raggruppamenti che abbiano come capofila un ente del Terzo settore.
Al progetto di valorizzazione individuato attraverso la procedura pubblica sarà assegnato dalla Fondazione un contributo fino a 500mila euro, utile a coprire fino al 90% del costo di realizzazione, e dal Comune il comodato della Masseria, del Ninfeo delle Fate e di una porzione del Parco delle Cave per almeno 10 anni.
Alla pubblicazione del bando Comune di Lecce e Fondazione faranno seguire una iniziativa di partecipazione, anche in forma laboratoriale, da realizzarsi per favorire la massima e approfondita conoscenza del bando da parte dei soggetti interessati. Una collaborazione nuova per la città che è occasione di crescita e scambio di conoscenze per una rinnovata cultura della gestione dei beni pubblici, attraverso la condivisione di percorsi ed esperienze diverse tra l’ente pubblico ed una Fondazione attenta alla crescita collettiva delle comunità.
Con l’Accordo, Comune di Lecce e Fondazione si impegnano a condividere i contenuti del bando – che sarà emesso dal Settore Pianificazione e Sviluppo del Territorio, Gare e Appalti del Comune di Lecce -, a collaborare nelle procedure istruttorie e nella diffusione dello stesso e più in generale a condividere ogni aspetto tecnico utile per giungere all’individuazione di una proposta di valorizzazione di qualità, comprese tutte le informazioni relative ai bisogni del quartiere e le risultanze emerse dal laboratorio partecipato Cosa Siamo Capaci di Fare, già svoltosi nella Masseria.
I progetti di valorizzazione dovranno misurarsi sui temi dell’inclusione sociale, della valorizzazione culturale della Masseria, del Ninfeo e del Parco, sulla loro fruizione collettiva. Ai partecipanti sarà data libera scelta se candidare un progetto di gestione relativo solo alla Masseria Tagliatelle, il suo Ninfeo e i suoi spazi aperti annessi, o di includere anche il Parco delle Cave e la caffetteria. Nell’ultimo caso l’Amministrazione comunale si impegnerà a contribuire ai costi di manutenzione del Parco.
“Vogliamo condividere ogni passaggio di questo percorso e avevamo preso l’impegno di includere la Masseria Tagliatelle dentro un progetto di gestione che la ponesse come un bene comune della città e il territorio – dichiara l’assessore alle Politiche Urbanistiche del Comune di Lecce Rita Miglietta – questa collaborazione con Fondazione Con il Sud, che ringrazio per il loro impegno a sostenere le comunità nella crescita di nuove occasioni di riscatto e crescita sociale, conferma questo impegno, la redazione condivisa del bando definisce una alleanza fertile per condividere obiettivo di liberare il potenziale che il patrimonio pubblico può liberare per la creazione di nuove opportunità”
“La collaborazione avviata con il Comune di Lecce è una notizia importante per il territorio perché promuove un modo nuovo di intendere l’azione ‘pubblica’, in cui istituzioni, privato sociale e terzo settore creano sinergie significative per il bene della collettività – dichiara Marco Imperiale, Direttore generale della Fondazione Con il Sud – In particolare, prevedendo un processo partecipativo attorno alla valorizzazione di Masseria Tagliatelle ci si pone l’obiettivo di rendere fruibile un bene comune partendo dai processi di coesione sociale e di cittadinanza attiva. La sinergia tra istituzioni pubbliche e private non è ancora molto diffusa nel Paese, ma la Fondazione Con il Sud è coinvolta in diversi processi simili a livello nazionale e nelle regioni meridionali. L’auspicio – conclude Imperiale – è che tali iniziative siano di esempio anche per altri territori.”
Comincio da zero: bando di Con i Bambini per la prima infanzia
30 Settembre 2020
“Comincio da zero” è il nuovo bando di Con i Bambini promosso nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile per incrementare l’offerta di servizi educativi e di cura per la prima infanzia, con particolare riferimento alla fascia 0-3 anni, nei territori in cui si registra una maggiore necessità.
Giunto alla seconda edizione, il bando per la prima infanzia si rivolge a partenariati promossi dal mondo del Terzo settore. Le partnership devono essere composte da almeno tre organizzazioni: due enti non profit, di cui uno con il ruolo di “soggetto responsabile”, e almeno un altro ente, che potrà appartenere anche al mondo della scuola, delle istituzioni, dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale, dell’università, della ricerca e al mondo delle imprese.
Le proposte presentate dovranno prevedere interventi volti a incrementare e qualificare le possibilità di accesso e fruibilità dei servizi di cura ed educazione dei bambini nella fascia di età 0-6 anni e delle loro famiglie, in particolare quelle più fragili. I progetti potranno avere una dimensione regionale (con un plafond complessivo dedicato pari a 22 milioni di euro) oppure interregionale (con un plafond complessivo pari a 8 milioni di euro), prevedendo in questo caso interventi al Nord, al Centro e al Sud. Complessivamente, sono a disposizione 30 milioni di euro.
Sarà importante sviluppare iniziative che prevedano l’integrazione di tutti i servizi per la prima infanzia, adottando un approccio multidimensionale (servizi educativi, sanitari, sociali, culturali, legali, ecc.) capace di rispondere in modo flessibile e integrato ai diversi bisogni dei bambini e delle famiglie, ampliare l’offerta e superare la frammentazione, nell’ottica di una presa in carico globale e di welfare comunitario. Per tali motivi, è fortemente auspicata l’integrazione dei nuovi servizi educativi con i piani di zona, anche nell’ottica di favorire la loro continuità.
Le iniziative dovranno, inoltre, prevedere azioni di sostegno e potenziamento della genitorialità, della maternità e della conciliazione famiglia – lavoro, e azioni di rafforzamento delle relazioni, del ruolo, delle competenze e delle professionalità di tutti gli attori della “comunità educante” coinvolti nel processo educativo.
Il ruolo dei servizi per la prima infanzia, che integrano la funzione educativa e formativa con quella di sostegno alla famiglia nella cura dei figli e nella conciliazione dei tempi di lavoro, è fondamentale. Investire sui servizi educativi per la prima infanzia significa intervenire in quella fase della vita in cui i divari sociali di partenza possono essere ridotti. Per ridurre la povertà educativa è pertanto necessario promuovere la diffusione dei servizi di qualità, soprattutto per bambini che non abbiano ancora raggiunto i tre anni di età.
Secondo i dati di Eurostat, l’Italia ha raggiunto e superato il livello di copertura riguardo all’accoglienza dei bambini tra i tre e i sei anni (92,6 %), mentre risulta ancora lontana dall’obiettivo del 33% di bambini accolti nei servizi 0-3. Nell’anno scolastico 2017/2018 i posti disponibili nei servizi per l’infanzia (complessivamente 13.145 sul territorio nazionale, di cui il 51% offerti da servizi pubblici) hanno coperto solamente il 24,4% dei potenziali utenti con meno di tre anni.
Emergono, inoltre, forti disparità nella copertura territoriale dei servizi. Secondo il rapporto dell’Osservatorio #conibambini del giugno 2020, promosso da Openpolis e Con i Bambini, circa la metà dei comuni italiani è sprovvisto di asili nido, e le carenze maggiori si registrano in particolare nelle aree interne e al Sud. In Calabria, per esempio, la percentuale dei comuni senza asili nido arriva al 74,7%, in Basilicata al 67,2%, in Abruzzo al 65,9%. Mentre in Emilia Romagna si raggiunge quota 14,1%, in Toscana il 16,9% e in Veneto il 21,1%.
I progetti devono essere presentati esclusivamente on line, attraverso la piattaforma Chàirosentro il 4 dicembre 2020. Le proposte valutate positivamente saranno sottoposte ad un’ulteriore fase di progettazione esecutiva in collaborazione con gli uffici di Con i Bambini, al termine della quale si procederà all’eventuale assegnazione del contributo.
Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Coni Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. Con i Bambini ha pubblicato ad oggi dieci bandi, selezionando complessivamente 355 progetti in tutta Italia, con un contribuito di circa 281 milioni di euro. Gli interventi coinvolgono oltre 480.000 bambini e ragazzi, insieme alle loro famiglie, che vivono in condizione di disagio, interessando direttamente circa 6.600 organizzazioni, tra Terzo settore, scuole, enti pubblici e privati.
Social Film Production Con il Sud: proroga di 24h – Fondazioneconilsud.it
Home › News › Social Film Production Con il Sud: proroga di 24h
Social Film Production Con il Sud: proroga di 24h
30 Settembre 2020
Apulia Film Commission e Fondazione CON IL SUD comunicano che, per problematiche tecniche di sistema, la scadenza dell’Avviso “Social Film Production – Con il Sud” è prorogata al 1 ottobre 2020, entro le ore 12.
Chi l’ha detto che la creatività e le esigenze della moda di lusso non possano incontrarsi con i criteri etici che guidano il lavoro di un’impresa sociale? E’ quello che accadrà tra pochi giorni alla Sartoria Socialedel quartiere Malaspina di Palermo, nata su iniziativa della Cooperativa Al Revés in un bene confiscato in via Alfredo Casella 22 e sostenuta dalla Fondazione CON IL SUD.
L’impresa – che dal 2012 coinvolge nella sua attività persone in difficoltà segnalate dai servizi sociali o dai giudici per l’attivazione di percorsi alternativi al carcere e che ha anche un laboratorio di cucito presso la Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo – ospiterà infatti dal 30 settembre al 6 ottobre Agnes Kolignan, già designer di Givenchy, John Galliano, Roberto Cavalli, Gianfranco Ferrè e altri celebri luxury brand. Per una settimana lavorerà al fianco dei sarti e degli utenti della Sartoria per creare insieme una mini collezione di accessori etici: i suoi disegni saranno infatti impressi su borse e t-shirt grazie alla stampante digitale per tessuti donata alla Sartoria Sociale da Fondazione con il SUD e UniCredit.
Il progetto, che culminerà in un evento di presentazione in autunno, è coordinato da Luca Lo Sicco, Professore di fashion marketing all’Università di Atlanta e da Jonathan Matthews, esperto in digital marketing.
Il settore tessile e dell’abbigliamento è il secondo più inquinante al mondo dopo quello petrolifero e si regge sullo sfruttamento di lavoratori sottopagati, per la maggior parte donne e minori. E’ in quest’ottica che nasce questa collaborazione: recuperare e promuovere un’idea di moda fondata sul lavoro artigianale, sul rispetto dell’ambiente e sulla valorizzazione delle relazioni umane, principi che guidano le attività della Sartoria Sociale sin dalla sua nascita. Il vantaggio è per entrambe le parti: il lusso diventa più attrattivo se è sostenibile, ma anche i prodotti dell’economia circolare possono ricevere un valore aggiunto dal contributo creativo di una fashion designer affermata.
Ma la collaborazione non si chiude qui. Il 5 ottobre Agnes Kolignan e Luca Lo Sicco terranno una masterclass dal titolo “Design thinking and Fashion Business in the era of coronavirus” presso il Cre.Zi. Plus, in Via Paolo Gili 4. La partecipazione è a numero chiuso ed è possibile iscriversi qui.
Nell’attesa della nuova linea, è possibile vedere e acquistare i prodotti della Sartoria sociale presso la sua sede e online, sul sito www.sartoriasociale.com, sulla Pagina FB Sartoria Sociale Lab & Shop. La vendita serve a finanziare le attività sociali della cooperativa in favore di persone svantaggiate.
Utilizziamo i cookie per fornire funzionalità dei social media e per analizzare il nostro traffico. Alcune informazioni potrebbero essere condivide con i nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni raccolte dal suo utilizzo dei loro servizi. Acconsenti ai nostri cookie se desideri continuare ad utilizzare il nostro sito web. AccettaRifiutaMaggiori Informazioni
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.